Pace, Mattarella scrive al Papa: politica non lasci spazio a nazionalismi e guerre
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Un Messaggio “alto” e “incisivo” valido “per ogni governante, credente o non credente, in ogni angolo del globo”. E quello di Papa Francesco per la celebrazione dell’odierna Giornata mondiale della pace, dal titolo: “La buona politica è al servizio della pace”, nelle parole del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
Il bene comune
Il capo di Stato ha infatti scritto al Pontefice, porgendo i “più fervidi e affettuosi auguri per il nuovo anno” e riprendendo il tema della 52°edizione dell’appuntamento che, sottolinea Mattarella, “offre a quanti detengono cariche pubbliche, soprattutto se esercitano potere di governo - al livello locale, nazionale o internazionale - l’opportunità di misurarsi con le stringenti esigenze di un servizio che deve essere sempre orientato alle più alte idealità, alla costruzione del bene comune, al rispetto dei diritti fondamentali, alla promozione della concordia tra i popoli”.
Responsabilità politica per tutti i cittadini
Il Presidente, che già ieri sera aveva salutato il Papa nel corso del suo intervento di fine anno, assicura di condividere “appieno” l’ispirazione del messaggio di Francesco, che tratteggia “nitidamente la linea di discrimine - spiega - tra la figura del buon politico e le degenerazioni dell’azione pubblica”. Esso, prosegue Mattarella, “ci induce, personalmente e collettivamente, a vigilare affinché il nostro operato resti lontano da inadempienze, arbitrii, o contrapposizioni strumentali per farsi portatore di convivenza e di pace, mentre opportunamente ricorda che la responsabilità politica è attribuita a tutti i cittadini, senza il cui coinvolgimento non è possibile costruire forti e vitali istituzioni democratiche”.
L’agire del buon governante
“La buona politica, quella che incoraggia il dialogo, stimola la partecipazione dei giovani e valorizza il contributo di ciascun membro della società - si legge nel testo del Quirinale - è l’orizzonte ideale in cui si situa l’agire concreto del buon governante”: egli, specifica Mattarella riallacciandosi alle parole del Papa, è un uomo “beato” quando, “con onestà nelle intenzioni, capacità di ascolto, coraggio nella genuina ricerca del bene comune si fa protagonista di un’azione pubblica rivolta alla giustizia, all’equità, al rispetto di sé e dell’altro, alla costruzione della pace”. Così intesa, prosegue il Presidente, “la politica diventa una sfida permanente di servizio che può anche richiedere decisioni ardue, scelte impopolari, capacità di sacrificio e rinunce personali; ma, se ben esercitata, essa diviene davvero una ‘forma eminente di carità’”.
Tutela dei diritti umani fondamentali
Nel contesto odierno, evidenzia Mattarella, diventa centrale “garantire una continua e robusta tutela dei diritti umani fondamentali, senza trascurare i doveri che ad essi si accompagnano, in un binomio che si traduce nella piena dignità di ogni essere umano e di ogni cittadino”. D’altra parte, ricorda, “la Costituzione italiana - entrata in vigore solo pochi mesi prima dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo - nel riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Prevenire conflitti
L’Italia, ribadisce il Presidente, “difende tali principi anche al livello internazionale e si adopera a sostegno delle iniziative volte a prevenire nuovi conflitti, gestire le sfide globali, costruire società pacifiche e inclusive”. E lo farà anche durante l’esercizio del mandato triennale in seno al Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite, “con l’obiettivo di contribuire all’affermazione dell’universalità dei diritti di libertà ed eguaglianza”.
Misurarsi con novità e mutamenti
La pace, conclude Mattarella, “si costruisce misurandosi con le novità, guidando i processi di mutamento”: “per rendere più giusta e sostenibile la stagione che si è chiamati a governare - mette in luce - una politica responsabile e lungimirante non alimenta le paure, non lascia spazio alla logica del nazionalismo, della xenofobia, della guerra fratricida”.
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