Nicaragua: i vescovi decidono chi parteciperà ai negoziati
Patricia Ynestroza – Città del Vaticano
Alla domanda se ritiene che i negoziati si concluderanno nella data già stabilita, cioè il 28 marzo, il card. Brenes ha spiegato alla stampa che si negozierà tutto il tempo che sarà necessario, anche se è sempre opportuno fissare una data per non prolungare i colloqui in eterno”. L’arcivescovo di Managua ha poi precisato che la lettera di invito ai colloqui non era a titolo personale, ma a nome della Conferenza episcopale nicaraguense. Domani i vescovi del Paese si riuniranno per decidere chi saranno i propri delegati e come procedere nei colloqui di pace, nello spirito di un vero dialogo, come ha esortato il Papa.
Quaresima: pregare in silenzio, digiunare e donarsi agli altri
Il card. Brenes ha ricordato che “in questo tempo di Quaresima dobbiamo avere momenti di silenzio per ascoltare il Signore che ci invita a guardare le nostre colpe e non quelle dell'altro. Perché ognuno ha sempre difficoltà ad accettare le proprie colpe. Il Signore ci raccomanda di avere una vita di preghiera, di digiuno e di carità. Credo che il tempo di Quaresima sia un bel tempo di preghiera, di riflessione e di silenzio mentre contempliamo Gesù inchiodato sulla croce per i nostri peccati. E da lì ci ha dato la vita e la vita eterna. A tutti auguro una buona Quaresima – ha detto il porporato - da vivere nel silenzio, nella riflessione e nell'autocritica”.
Sesta sessione di negoziati
Le parti sedute al tavolo dei negoziati hanno dichiarato che stanno aspettando la risposta della Conferenza episcopale nicaraguense e dei Pastori evangelici, chiamati a prendere parte ai colloqui come testimoni e accompagnatori. Il nunzio apostolico mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, continua a partecipare ai vari round dei negoziati, che si stanno svolgendo in un'atmosfera di reciproco rispetto.
La Chiesa svolge il suo ruolo di ponte per contribuire ad un dialogo sincero
Mons. Jorge Solórzano López, vescovo di Granada, afferma all’Agenzia Fides che “In un contesto segnato da tensioni e violenze, i battezzati vivono la loro fede, e rimangono fedeli al messaggio di amore di Cristo e alla Chiesa. La gente ha precisato - può riunirsi per le celebrazioni religiose e trova forza nella fede. La nazione nicaraguense ha una grande fede nel Santissimo, nella Vergine Maria e nessuno può fermare questa devozione: Nessuno potrà toglierci il nostro giovedì eucaristico” insiste. Il ruolo della Chiesa è, comunque, sempre quello di mediare: “La Conferenza episcopale del Nicaragua – spiega – svolge il suo ruolo di ponte per contribuire ad un dialogo sincero, al fine di trovare soluzioni giuste e veritiere. Nel dialogo con il governo ci sono anche partiti disponibili e, attualmente, diversi settori del Paese hanno cercato di raggiungere accordi che rispondano alle richieste del popolo nicaraguense. Continuiamo ad avere fiducia nel Signore – conclude il presule - che ascolta le nostre suppliche. Grazie all'intercessione di Maria Santissima, il Nicaragua realizzerà la pace desiderata con giustizia, verità e libertà”.
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