Speranze di pace per l'Ucraina orientale al vertice di Parigi
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Le speranze di pace per l’Ucraina orientale espresse dal Papa all’Angelus domenicale sono ampiamente condivise e ci si aspetta molto dal Vertice di Parigi al quale partecipano il Presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e i capi di Stato di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodimyr Zelensky. Molte le questioni che pesano su questo incontro di Parigi: la fine del conflitto tra forze separatiste filorusse ed esercito di Kiev, che, iniziato nel 2014, è proseguito sino ad oggi a bassa intensità, causando comunque già 14 mila morti; poi la questione delle sanzioni europee alla Russia, scattate proprio per il ruolo avuto da Mosca nella crisi e per l’indizione del referendum che ha posto la penisola di Crimea de facto sotto amministrazione russa. Infine in ballo la gestione energetica: dall’Ucraina passano i gasdotti che dalla Russia arrivano in Europa. Un accordo che rischia di non soddisfare entrambe le parti, dunque, potrebbe ritorcersi proprio sull’Europa, che sta cercando in tutti i modi di mediare, ma rimane fortemente dipendente dal punto di vista energetico dall’est del continente.
Essenziale il dialogo tra Russia e Ucraina
Il fatto che ci si sieda ad un tavolo di negoziazione è già positivo, secondo Nicolò Sartori, analista dell’Istituto Affari Internazionali (IAI). Ma con l’andare del tempo la crisi tra Russia e Ucraina si è andata complicando. La Russia non ha ancora chiarito – afferma Sartori – quale ruolo abbia nelle operazioni belliche che continuano nel Donbass, mentre Kiev, mal sopporta l’ipotesi di una nuova rinuncia alla propria sovranità e preme perché la popolazione si esprima in un referendum su quale dei due Paesi scegliere. Ottimismo viene dall’Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri, Josep Borrell. “Speriamo che ci siano progressi – ha affermato a Bruxelles –. Negli ultimi giorni ci sono stati passi avanti positivi: sul terreno, ad esempio, c’è stato un evidente disimpegno delle truppe e degli armamenti. Pensiamo di poter continuare a lavorare per avanzare verso una soluzione pacifica e sostenibile del conflitto in Ucraina”.
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