Safer Internet Day: cyberbullismo e immagini violente i pericoli maggiori
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Tra le paure dei genitori rispetto al digitale, c'è quella che i propri figli incontrino contenuti che esaltino l’anoressia, l’autolesionismo, il suicidio (21%) e anche che siano esposti a contenuti pornografici (18%) o a immagini drammatiche o violente. Lo afferma una ricerca di Telefono Azzurro e Doxa Kids in occasione del Safer Internet Day.
Il bullismo fenomeno sempre più frequente
L’Unicef ricorda che, a livello mondiale, oltre uno studente su tre, fra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo. Inoltre, secondo un sondaggio condotto ancora dall’Unicef, tramite la piattaforma U-Report, per l'odierna giornata, su 170 mila giovani da 30 paesi che hanno partecipato, uno su tre ha vissuto esperienze di cyberbullismo; a causa del bullismo online, uno su cinque ha saltato la scuola.
Le ragazze maggiormente a rischio cyberbullismo
Ancora secondo l’Unicef, il 71% di coloro che hanno risposto al sondaggio crede che il cyberbullismo si verifichi soprattutto sui social network. Circa il 32% crede che i governi dovrebbero essere responsabili di porre fine a questo fenomeno, il 31% ritiene che dovrebbero esserlo i giovani e il 29% le società di internet. I dati disponibili suggeriscono che le ragazze hanno maggiori probabilità di essere vittime di cyberbullismo rispetto ai ragazzi. Si stima inoltre che gli studenti più grandi potrebbero essere maggiormente esposti ai rischi rispetto a quelli più piccoli: i ragazzi di 15 anni riportano una percentuale maggiore di cyberbullismo rispetto a quelli di 11 anni.
Il ruolo dei social
Per la ricerca condotta da Telefono Azzurro, l’età di accesso ai social non coincide necessariamente con la consapevolezza di utilizzo di questi ultimi. Nel 48% dei casi, i genitori intervistati ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni, la soglia dei 13 anni è riconosciuta dal 26% dei genitori, mentre un importante 16% dichiara che la consapevolezza sia acquisibile una volta raggiunta la maggiore età.
Attenzione ai contenuti pornografici
Per Telefono Azzurro, un insegnante su cinque teme che i ragazzi possano visionare contenuti pornografici. Quando ai genitori capita di vedere insieme ai figli immagini drammatiche sui media, nel 71% dei casi cercano di iniziare un dialogo sul tema, quasi uno su pensa pensa che i bambini e i ragazzi siano abituati a questo genere di contenuti (23%); o ancora, nel 9% dei casi, non si preoccupano poiché non credono che possano avere un effetto negativo. Rispetto poi alla fruizione di contenuti pornografici, il 58% dei genitori crede che i coetanei dei propri figli fruiscano moderatamente di tali contenuti, mentre quasi uno su dieci ritiene che l’utilizzo di tale materiale da parte dei più giovani sia molto diffuso.
Caffo: i piccoli spesso lasciati da soli davanti al web
Per il fondatore di Telefono Azzurro e membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Ernesto Caffo, i pericoli che “corrono i bambini sono molti perché accedono in modo prematuro a internet e ai social, soprattutto perché spesso sono lasciati soli dagli adulti. Occorre rendere tutti gli adulti responsabili delle attività che i ragazzi fanno sulla rete. In merito al cyberbullismo, serve un grande lavoro di formazione perché i ragazzi vivono nel momento e fanno fatica a capire che quell'immagine che postano, quella frase inappropriata che rivolgono al coetaneo può rimanere per sempre”.
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