Aiuti economici al Kenya. Chiesa e volontari: sostenere attività locali
Elvira Ragosta - Città del Vaticano
Accanto all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, il Kenya si trova ad affrontare le conseguenze devastanti di settimane di inondazioni causate da violenti piogge, che hanno provocato quasi 200 vittime e 100mila sfollati e favorito una seconda ondata di locuste in molte zone dell’Africa orientale.
Secondo i dati forniti dal governo, a causa delle alluvioni, che hanno colpito in particolare le regioni occidentali e centrali, sono stati spazzati raccolti per migliaia di ettari, mentre le infrastrutture di approvvigionamento idrico per la capitale Nairobi, il centro di Nyeri, Kisumu occidentale e Nakuru, sono state distrutte. Ai nostri microfoni Emiliano Cesaretti rappresentante di Lvia, l’Associazione Internazionale Volontari Laici, che opera nella contea di Isiolo, spiega le difficoltà che epidemia e inondazioni stanno provocando alla popolazione locale:
“Aprile - racconta il volontario - è stato il mese più critico, soprattutto per le aree semi-desertiche del Nord, dove le piogge sono state devastanti a causa dell’assenza di vegetazione che potesse attutirne gli effetti”. La missione di Lvia nel Paese è ospitata nella diocesi di Isiolo. Qui, i volontari con gli operatori locali lavorano in sinergia con altre ong per sensibilizzare gli abitanti dei villaggi sulla prevenzione del coronavirus, nel rispetto delle restrizioni imposte dal governo, e portano avanti progetti di riabilitazione di infrastrutture ed economia, favorendo tutte le attività locali.
I contagi di Covid-19 nel Paese
I casi di coronavirus ufficialmente registrati in Kenya sono 582, le vittime al momento 26. L’epidemia negli ultimi giorni si è diffusa con più velocità, soprattutto in alcune aree del Paese. Ieri il governo ha isolato due zone rosse: Eastleigh, un sobborgo di Nairobi, e il centro storico di Mombasa. Intanto il Kenya ha imposto un coprifuoco dal tramonto all'alba e bloccato i movimenti dentro e fuori Nairobi, tre città costiere e la contea nord-orientale di Mandera, nonché due campi profughi che ospitano circa 400.000 persone. Il ministero della salute ha fatto sapere che invierà mascherine e forniture igieniche essenziali ai campi degli sfollati a causa dell'inondazione, per prevenire la diffusione del Covid-19.
L’impegno della Chiesa
La Chiesa locale è fortemente impegnata nell’aiuto alla popolazione. La Conferenza episcopale del Paese africano ha lanciato un appello a tutti i cristiani e a tutte le persone di buona volontà affinché sostengano le iniziative avviate in risposta all’emergenza sanitaria da coronavirus. In una lettera diffusa in questi giorni sul sito web dell’Amecea (Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale), il presidente dei vescovi l’arcivescovo di Kisumu, monsignor Philip Anyolo, e il presidente della Caritas nazionale, l'arcivescovo di Mombasa, monsignor Martin Kivuva, sottolineano che c'è un urgente bisogno di cibo e di sostegno finanziario per le persone vittime del virus. "Vi chiediamo di sostenere le diverse iniziative di solidarietà - si legge nella missiva - donando denaro, generi alimentari e non alimentari per sostenere e salvare la vita della popolazione colpita. Un invito alla preghiera, poi, arriva dall'arcivescovo di Nyeri, monsignor Anthony Muheria, a tutte le religiose del Kenya per esortarle a rafforzare la vita in comunità e la crescita spirituale in questo tempo di pandemia.
Aiuti all’economia dal Fmi
"L'impatto del Covid-19 sull'economia keniota sarà grave" fa sapere il Fondo monetario internazionale, che ha approvato l’erogazione di 739 milioni di dollari in aiuti finanziari per aiutare il Paese a superare la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia.
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