Vecchie armi e nuovo virus: perché un cessate il fuoco è fondamentale
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
La vendita di armi proseguita senza sosta in tutto il mondo e l’assenza di un accordo all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, stanno facendo fallire la richiesta di un “cessate il fuoco globale”, avanzata nello scorso marzo da Papa Francesco e dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres e sostenuta secondo gli ultimi dati ufficiali da 59 Paesi, tra cui l’Italia. Il nuovo rapporto di Oxfam, intitolato “Il Coronavirus nelle aree di conflitto”, denuncia infatti una situazione drammatica, che sta compromettendo definitivamente la possibilità di contenere la pandemia in tutti quei Paesi dove non vi è pace. Stati dove si trovano in totale circa due miliardi di persone, stremate da violenza, persecuzioni e carestie che sembrano non avere mai fine.
Il mercato delle armi
Lo scorso anno si è sfiorata la cifra di 2mila miliardi di dollari per la spesa militare globale. Se paragonata all’ultimo appello lanciato dall’Onu per i Paesi più fragili alle prese con la pandemia - una raccolta fondi di 6,7 miliardi di dollari -, si scopre che è di 280 volte inferiore. Per questo Oxfam lancia un appello urgente a tutti i Paesi che stanno continuando a esportare armi destinate a raggiungere zone di conflitto, affinché interrompano immediatamente ogni vendita ed esportazione. Lo sforzo, al contrario, deve essere finalizzato a fare pressione sulle parti in conflitto perché accettino un cessate il fuoco globale, che porti ad una pace finalmente duratura.
Oxfam: soddisfare le necessità fondamentali
“Quello che manca è una doppia consapevolezza da parte degli Stati: da un lato comprendere che si sta aprendo una nuova fase, dove si dovranno soddisfare i bisogni fondamentali, dall’istruzione al cibo; dall’altro che per far questo non solo è necessario un cessate il fuoco globale, ma anche lo stop immediato alla vendita delle armi”. Lo afferma nell’intervista a VaticanNews Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. “Ci sono Paesi come lo Yemen già fragili da prima che iniziasse la pandemia e non si possono dimenticare ancora una volta”. Pezzati giudica poi “un rischio reale” la possibile disomogeneità nella diffusione del tanto ricercato vaccino contro il Covid-19. Infine Oxfam lancia una petizione chiedendo al Governo italiano, dopo l’adesione all’appello lanciato dal segretario Onu Antonio Guterres, un’ulteriore e decisivo sforzo. In particolare che si impegni per far crescere il numero degli stati aderenti ad un cessate il fuoco globale; sospenda tutte le vendite e i trasferimenti di armi alle parti in conflitto che non stanno aderendo al cessate il fuoco ed incrementi l’impegno finanziario a sostegno del Piano globale di risposta umanitaria delle Nazioni Unite.
L’appello del Papa
Sono stati molteplici gli appelli di Francesco per un cessate il fuoco. In questo tempo di pandemia, ricordiamo in particolare l’accorata richiesta lanciata al termine dell’Angelus dello scorso 29 marzo, celebrato dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Il Papa, ricordando le parole del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, invitava tutti a fermare "ogni forma di ostilità bellica, favorendo la creazione di corridoi per l’aiuto umanitario, l’apertura alla diplomazia, l’attenzione a chi si trova in situazione di più grande vulnerabilità”. I conflitti - affermava Francesco - non si risolvono attraverso la guerra! È necessario superare gli antagonismi e i contrasti, mediante il dialogo ed una costruttiva ricerca della pace”.
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