Stati Uniti: un altro afroamericano morto durante un arresto
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Negli Stati Uniti decine di migliaia di persone, in tutte le principali città del Paese, continuano a manifestare per chiedere una riforma della polizia. Le proteste sono state innescate dal decesso, due settimane fa, dell’afroamericano George Floyd, morto durante un fermo di polizia a Minneapolis. Complessivamente, più di 10 mila persone sono state arrestate in tutto il Paese. Negli ultimi giorni, le proteste sono state per lo più pacifiche. Gli scontri più violenti si sono registrati a New Orleans: le forze dell’ordine hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Ha ricevuto basta eco la decisione del capo della polizia di Portland, nell'Oregon, Jami Resch, che si è dimessa e sarà sostituita da un afroamericano. “La nostra comunità - ha scritto su tweet - ci ha chiesto un cambiamento”. “Questo cambio d leadership viene dal profondo del mio cuore”.
Un nuovo video choc
Nello scenario statunitense, sempre più incandescente, spunta anche un altro video su un episodio avvenuto due giorni prima dei fatti di Minneapolis. Nel filmato, che dura oltre 30 minuti, si vede un giovane afroamericano disarmato, Maurice Gordon, che viene fermato nel New Jersey da un poliziotto per eccesso di velocità. La morte del giovane afroamericano, che avrebbe tentato di sedersi sul posto di guida, è preceduta da una colluttazione e da spari. Le immagini, diffuse dalle autorità di New York, arrivano dalla videocamera sul cruscotto dell’automobile della polizia. L’agente è stato sospeso, in attesa dell’esito dell’indagine.
Riforme proposte dai democratici
Sul versante politico, i membri democratici del congresso statunitense, tra cui la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader al Senato Chuck Schumer, hanno osservato ieri nell’Emancipation hall di Capitol Hill 8,46 minuti di silenzio, lo stesso tempo dell’agonia di Floyd. Poi hanno annunciato alla Camera un pacchetto di riforme. Tra i punti principali della proposta, la demilitarizzazione della polizia limitando il trasferimento di armi militari ai suoi dipartimenti locali e statali e l'obbligo delle videocamere sul cruscotto delle auto e sul corpo degli agenti.
Taglio dei fondi alla polizia
Un’altra richiesta, avanzata da vari movimenti, è quella di ridurre i fondi ai dipartimenti di polizia e di usarli per risolvere i problemi socio-economici delle comunità locali. Una richiesta già accolta dal consiglio comunale di Minneapolis e dal sindaco di New York che ha promesso di destinare parte di queste risorse ai servizi sociali. Fermamente contrario a questa linea il presidente statunitense Donald Trump che ieri, nel corso di un incontro con i rappresentanti delle forze dell’ordine, ha annunciato che “non ci sarà il taglio dei fondi” per la polizia. Secondo dati diffusi dal quotidiano “Washington Post” almeno mille persone sono morte all'anno negli Stati Uniti, a partire dal 2015, in seguito ad interventi delle forze dell’ordine.
Funerali di George Floyd
George Floyd, sarà sepolto nel cimitero di Pearland, sobborgo di Houston, accanto a sua madre. Dopo le cerimonie in North Carolina e Minnesota, familiari e autorità locali parteciperanno oggi ai funerali in forma privata. Nelle scorse ore sono state oltre 6.300 le persone che si sono messe in fila per entrare nella camera ardente, allestita nella chiesa Fountain of Praise Church di Houston. Una processione di persone di ogni età, colore e classe sociale, che hanno voluto testimoniare soprattutto vicinanza alla famiglia.
Vescovi canadesi: il razzismo è una offesa a Dio
Anche i vescovi canadesi si uniscono alla ferma condanna dei tragici fatti di Minneapolis. “La morte di George Floyd per mano delle forze dell’ordine - si legge in una dichiarazione diffusa ieri dalla Conferenza episcopale canadese - è un fatto sconvolgente e assolutamente inaccettabile”. “Il flagrante disprezzo dei diritti umani e della sua dignità solleva a giusto titolo interrogativi allarmanti – sottolineano i presuli canadesi - sulla persistenza del razzismo e della discriminazione nelle nostre società, ma anche sul modo in cui la pace e il buon governo dovrebbero prevenire e scoraggiare una violenza contro-producente e autodistruttrice”.
Un’uccisione brutale e insensata
Parole che si aggiungono a quelle di monsignor José H. Gomez, presidente della Conferenza episcopale statunitense che nei giorni scorsi aveva definito l’omicidio di Floyd “un’uccisione brutale e insensata, un peccato che grida giustizia al cielo”. "Prego per George Floyd e i suoi cari e a nome dei vescovi – aveva aggiunto l’arcivescovo di Los Angeles -condivido l’indignazione della comunità nera e di chi è al suo fianco a Minneapolis e in tutto il Paese”.
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