Scuola, sette genitori su dieci preoccupati per il rientro
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Incertezza e preoccupazione sono i sentimenti con cui genitori e bambini affrontano la riapertura della scuola dopo il lungo lockdown che li ha tenuti lontani dalle aule a causa della pandemia di Covid-19. E' quanto emerge dalla ricerca "La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all'avvio del nuovo anno scolastico'', realizzata da Save The Children e Ipsos. Al momento dell'indagine il 66% dei genitori era a conoscenza della data di riapertura delle scuole, ma quasi 7 su 10 non avevano ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle scuole dei propri figli sulle modalità organizzative e sulle norme comportamentali per il prossimo anno scolastico. Solo un genitore su 4 sapeva già se la classe del proprio figlio sarebbe stata divisa in gruppi.
Paura per il mancato distanziamento fisico
In generale, guardando al nuovo anno scolastico, 7 genitori su 10 dichiarano di avere preoccupazioni relative al rientro a scuola; la principale è data dall'incertezza circa le modalità di ripresa (60%), seguita dai rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%) e quindi dalle possibili variazioni di orario di entrata/uscita da scuola che potrebbero non essere compatibili con gli impegni lavorativi dei genitori (37%), specialmente per i genitori di bambini di 4-6 anni (45%). In questo caso i nonni, per chi li ha, tornano ad essere il pilastro del welfare familiare, per il 22% dei genitori intervistati. Anche la rinuncia al lavoro o la riduzione dell'orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli: una scelta che però - confermando ancora una volta il gender gap del nostro Paese - ricadrebbe principalmente sulle madri (14%) più che sui padri (2%).
Difficoltà di apprendimento
Tra le principali preoccupazioni con cui le famiglie si trovano a fare i conti con la ripresa dell'anno scolastico emerge anche l'apprensione legata alle difficoltà di apprendimento, dopo i lunghi mesi di lockdown e un'estate che non per tutti è stata l'occasione per recuperare il cosiddetto 'learning loss'. Sebbene quasi tutti siano stati ammessi alla classe successiva senza debiti, quasi un genitore su 5 (18%) ritiene che il proprio figlio non sia pronto ad affrontarne il programma a causa della perdita di apprendimento conseguente alle condizioni imposte dal confinamento.
Affermare il diritto all'educazione
''La scuola è il luogo dove si combatte, in prima linea, la battaglia contro la povertà educativa. L'obiettivo oggi da porsi non è tornare alla condizione pre-crisi, ma compiere un deciso passo in avanti sul diritto all'educazione di qualità per tutti, superando le gravi diseguaglianze che si sono consolidate in questi anni. Servono scuole sicure, aperte tutto il giorno, accoglienti verso chi affronta maggiori difficoltà e in grado di far fronte alle crisi presenti e future. La riapertura oggi è ancora piena di incertezze, ma è una sfida sulla quale occorre investire tutte le energie e le risorse'', spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.
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