A 19 anni dall'11 settembre, la data che ha segnato la storia
Fausta Speranza – Città del Vaticano
New York si ferma per l'11 settembre anche se con i divieti di assembramento in vigore per la pandemia e il timore di un nuovo balzo dei casi di coronavirus. Per le commemorazioni al World Trade Center nessun palco è stato allestito e la lettura dei nomi delle oltre 2.700 vittime è stata registrata e viene trasmessa in streaming. Attesi il vicepresidente Mike Pence e Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca, mentre il presidente Donald Trump ha annunciato la sua presenza solo alle celebrazioni in Pennsylvania. Riapre il Museo dell'11 settembre per l'occasione dopo sei mesi di stop, ma con l'accesso garantito solo per i componenti delle famiglie delle vittime. Tornano, come ogni anno, il suono delle campane per ognuno degli attacchi e i fasci di luce al posto delle Twin Towers. Per ragionare sugli equilibri globali di allora e di oggi, abbiamo intervistato Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all'Università del Salento:
De Luca ricorda quanto fosse diverso il mondo 19 anni fa, in particolare se si parla di relazioni internazionali e di equilibri di potenze. Si sofferma sul ruolo degli Stati Uniti allora e oggi, parlando del peso maggiore acquisito in questi anni sia dalla Russia che dalla Cina, anche se in termini diversi tra loro. Ricorda, però, anche cosa accadde alla stessa politica estera statunitense proprio dopo l'11 settembre. In sostanza, quegli attacchi - afferma De Luca - hanno effettivamente cambiato la storia. Inoltre sottolinea che bisogna rileggere le dichiarazioni di intenti dell'allora presidente George W. Bush all'inizio del suo mandato: si ritrova l'intento di riportare il Paese sugli interessi interni, per occuparsi soprattutto delle questioni economiche domestiche, in base a quella dottrina che è stata descritta dagli analisti come "isolazionismo". Ma l'evento del 9/11 ha determinato invece un cambio di rotta: i consiglieri più interpellati e più ascoltati dal presidente sono stati quelli militari e la politica di difesa e estera è diventata priorità della Casa Bianca. Questo è avvenuto in un momento in cui la Russia doveva ancora riprendersi dal collasso dell'Unione Sovietica e si presentava debole sul piano internazionale. Poi ha riacquisito un ruolo di primo piano su diversi scenari, Contemporaneamente, osserva De Luca, la Cina andava ritagliandosi spazi internazionali importanti. In questi anni si è parlato di "scontro di civiltà", secondo l'espressione con la quale Samuel P. Huntington "fotografava" le tensioni in atto in quell'inizio di millennio. Un'espressione che De Luca commenta innanzitutto affermando che la speranza è stata sempre quella di vedere sciogliersi le tensioni, citando anche il recentissimo accordo annunciato tra Israele e Emirati Arabi Uniti. Ma si tratta di un accordo che non risolve certamente i problemi del Medio Oriente e tanto meno del mondo, ma che rappresenta un'importante apertura, anche perché - spiega - anche perchè pure l'Arabia Saudita dimostra un atteggiamento nuovo in quanto verrà in qualche modo coinvolta.
9/11/2001
Quattro attacchi suicidi e coordinati furono compiuti contro obiettivi civili e militari degli Stati Uniti d'America da un gruppo di terroristi aderenti ad al Qaeda. Causarono la morte di 2977 persone e il ferimento di oltre 6000. Morirono anche 19 dirottatori. Negli anni successivi, altre persone sono morte a causa di tumori o malattie respiratorie causate indirettamente dagli attentati. Ingenti i danni infrastrutturali causati. Quattro aerei di linea, appartenenti a due delle maggiori compagnie aeree statunitensi, furono dirottati da 19 terroristi. Due aerei (il volo American Airlines 11 e il volo United Airlines 175) furono rispettivamente fatti schiantare contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center, nel quartiere Lower Manhattan a New York. Nel giro di 1 ora e 42 minuti, entrambe le torri crollarono. I detriti e gli incendi causarono poi il crollo parziale o totale di tutti gli altri edifici del complesso del World Trade Center. Un terzo aereo, il volo American Airlines 77, fu fatto schiantare contro il Pentagono, sede del Dipartimento di Difesa, in Virginia. L’attacco causò il crollo della facciata ovest dell’edificio. Un quarto aereo, il volo United Airlines 93, fatto inizialmente dirigere verso Washington, precipitò invece in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvenia, a seguito dell'eroica rivolta dei passeggeri.
Le responsabilità e le reazioni degli Stati Uniti
I sospetti ricaddero quasi subito sull’organizzazione terroristica di al Quaeda. Gli Stati Uniti risposero dichiarando la "guerra al terrorismo" e attaccando l'Afghanistan al fine di deporre il regime dei talebani, neutralizzare al Qaeda e catturare o uccidere il leader Osama Bin Laden. Il Congresso approvò il Patrioct Act, mentre altri Paesi rafforzarono le proprie legislazioni in materia di terrorismo e approvarono severe misure di sicurezza interna. Sebbene Osama Bin Laden negò inizialmente ogni tipo di coinvolgimento, nel 2004 si dichiarò responsabile degli eventi dell'11 settembre. L’organizzazione terroristica islamica citò come moventi il supporto statunitense ad Israele, la presenza di truppe statunitensi in Arabia Saudita e le sanzioni contro l'Iraq. La distruzione del World Trade Center danneggiò l’economia della Lower Manhattan ed ebbe un significativo impatto sui mercati globali, causando la chiusura di Wall Street fino al 17 settembre. La rimozione dei detriti dal sito del World Trade Center (denominato Ground Zero) fu completata nel maggio 2002. I danni del Pentagono furono riparati nel giro di un anno. Il 18 novembre 2006 iniziò la costruzione del One World Trade Center, inaugurato il 3 novembre 2014.
Vari i monumenti
Tra i molti memoriali eretti in onore delle vittime degli attentati è presente a New York, sui luoghi dove sorgeva il complesso del World Trade Center, il National September 11 Memorial & Museum; nella Contea di Arlington è stato inaugurato il Pentagon Memorial; nei pressi di Shanksville, Pennsylvania, è invece sito il Flight 93 National Memorial.
A Shanksville commemorazioni e campagna elettorale
Entrambi gli avversari nella corsa per la Casa Bianca sono oggi in Pennsylvania, dove si schianto' uno dei quattro aerei dirottati dai terroristi islamici, provocando la morte di tutti i 44 passeggeri e membri dell'equipaggio, che avevano tentato di contrastare il dirottamento. La Pennsylvania è uno degli Stati cruciali per le elezioni del novembre prossimo, con i sondaggi che vedono i due contendenti molto vicini nelle intenzioni di voto. Per molto tempo a maggioranza democratica, è uno degli Stati che nel 2016 ha contribuito alla vittoria di Trump.
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