Bolivia: Luis Arce verso la guida del Paese
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Sono molto grato per il sostegno e la fiducia del popolo boliviano. Recuperiamo la democrazia e riacquisteremo stabilità e pace sociale. Uniti, con dignità e sovranità”. Queste le prime parole su twitter di Luis Arce, il candidato del Movimento per il Socialismo che ha vinto le elezioni presidenziali indette questo fine settimana nel Paese sudamericano. Anche se mancano ancora i dati ufficiali è stata la stessa presidente boliviana ad interim Jeanine Anez a riconoscere la vittoria del candidato socialista. “In base ai dati di cui disponiamo”, ha scritto anche lei su twitter, “il signor Arce e David Choquehuanca – candidato alla vicepresidenza – hanno vinto le elezioni”. L’augurio di Anez, che era subentrata l’anno scorso al potere dopo l’annullamento delle elezioni dello scorso ottobre per presunti brogli e l’esilio dell’allora presidente Evo Morales, è che Arce governi “pensando al Paese e alla democrazia”.
Nessuna violazione riscontrata nei seggi
C’erano infatti timori che le elezioni si potessero svolgere in un clima di violenza, dopo un anno di tensioni aggravate dalla situazione socioeconomica e dalla pandemia di coronavirus. La Chiesa cattolica boliviana, insieme a Nazioni Unite e Unione Europea aveva anche lanciato due appelli al voto pacifico, ma nessuna irregolarità è stata riscontrata ai seggi e nel periodo elettorale.”I comizi”, spiega a Vatican News il giornalista esperto di sudamerica Alfredo Luis Somoza e presidente dell’Istituto cooperazione economica internazionale (Icei), “contrariamente a tante previsioni che si erano fatte in questo periodo, non sono stati funestati da episodi di violenza. Soprattutto ci sono state tre missioni internazionali di osservatori e non è stato registrato nessun caso sospetto di manipolazione del voto e questo è molto positivo, perché la Bolivia è un anno che sta vivendo una situazione un po' caotica”.
Verso un governo di coalizione
I risultati ufficiali, che stanno arrivando molto lentamente al Tribunale elettorale nazionale e locale, sanciranno anche la composizione del nuovo parlamento, ed è probabile che Arce, già ministro dell’Economia del presidente Morales dal 2006 al 2017 e nel 2019, dovrà allearsi con la coalizione di centrosinistra dell’ex-presidente e candidato anche a queste elezioni Carlos Mesa. L’opposizione dovrebbe quindi essere guidata dai nazionalisti di Luis Fernando Camacho, terzo in queste presidenziali.
Finiscono così undici mesi di incertezza
“Luis Arce è stato l'artefice del successo di Evo Morales”, spiega ancora Somoza. “La Bolivia è stato uno dei Paesi sudamericani che ha avuto dei tassi di crescita importanti negli ultimi anni, pur partendo una situazione di estrema povertà”, spiega. “Arce è stato quello che è riuscito a creare un valore aggiunto introducendo una serie di possibilità di lavorazione delle materie prime in Bolivia – Paese tradizionalmente esportatore – e attuando piani di riconversione del narcotraffico per cui per la prima volta è calata tantissimo la superficie di coltivazioni illegali di cocaina”. “Il mio impegno è lavorare, portare avanti in nostro programma, dando vita a un governo di unità”, ha infatti dichiarato Arce, promettendo un rilancio delle attività economiche di cui beneficeranno tutte le imprese, il settore pubblico “e tutte le famiglie boliviane che hanno vissuto per undici mesi nell’incertezza”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui