G20: l'obiettivo è garantire vaccino e cure accessibili a tutti
Michele Raviart - Città del Vaticano
I leader dei Paesi del G20 “non lesineranno alcuno sforzo” per garantire un accesso equo e sostenibile a tutti, e non solo ai Paesi ricchi, a vaccini, cure e test per il Covid-19. È questo l’impegno principale preso dalle maggiori potenze economiche del pianeta nella dichiarazione finale dell’ultimo G20, terminato ieri e svoltosi online sotto la presidenza formale dell’Arabia Saudita. Al momento si tratta solo di una dichiarazione di principi – la cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta “preoccupata” per la lentezza con la quale il tema è stato affrontato finora – ma non sono mancate proposte innovative, come quella promossa dalle istituzioni dell’Unione Europea di istituire un trattato internazionale per prevenire le pandemie future.
Il rilancio del multilaterismo
In generale è stata spesso ribadita l’importanza di lavorare insieme e rilanciare il multilateralismo sia nell’affrontare l’emergenza sanitaria sia quella economica. I Paesi del G20 hanno infatti reso noto di aver speso oltre 21 miliardi di dollari per combattere direttamente la pandemia e di aver iniettato nell’economia mondiale 11 miliardi di dollari complessivi per contrastare la recessione globale. “L’attività globale è parzialmente ripresa”, si legge poi nella dichiarazione finale, ma “è irregolare, altamente incerta e soggetta a elevati rischi di ribasso”.
Estesa la moratoria sul debito dei Paesi più poveri
Numeri senza precedenti che hanno rimesso in primo piano la questione dei debiti contratti dai Paesi più poveri, le cui economie sono ulteriormente peggiorate con la pandemia. Si è quindi parlato nuovamente di cancellazione del debito e un primo passo è stato l’estensione fino al giugno 2021 del blocco dei pagamenti sugli interessi, venendo così incontro alla richiesta del Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che aveva chiesto una moratoria per tutto l’anno prossimo.
Un sistema non più sostenibile?
"La questione del taglio del debito si ripropone in un momento in cui da un lato sono molto indebitati anche i Paesi più ricchi, mentre dall’altro stiamo parlando in buona sostanza di crediti inesigibli", spiega Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’università Cattolica di Milano. "Se noi prendiamo atto che il sistema non è sostenibile per nessuno", aggiunge, "forse qualcosa cambia. In questo senso è importante capire quello che avviene nelle società più ricche e democratiche perché sono quelle in cui la società civile ha più peso".
Ridurre le emissioni
Rinnovato anche l’impegno delle grandi potenze nella lotta al cambiamento climatico e di attuare l’accordo di Parigi. L’obiettivo in questo caso è quello di sostenere la cosiddetta “Circular Carbon Economy”, “riconoscendo l’importanza e l’ambizione di ridurre le emissioni tenendo in considerazione le circostanze nazionali”. Unica voce fuori dal coro quella del presidente americano Donald Trump, che ha difeso il ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, “perché ingiusto e di parte”.
Nel 2021 in Italia
Il prossimo G20, nel 2021, si svolgerà sotto la presidenza dell’Italia. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato di una guida che sarà “inclusiva, efficace e ambiziosa”, ribadendo ancora l’impegno a battersi “per l’accesso universale ed equo ai vaccini e al rafforzamento dei sistemi sanitari”. Temi che saranno sviluppati anche durante il vertice globale sulla Salute, che ospiterà sempre l’Italia in collaborazione con la Commissione Europea.
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