Venezuela, le incertezze della campagna elettorale
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Annunciate lo scorso 2 luglio dal Consiglio nazionale elettorale, le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale venezuelana relative alla legislatura 2012-2026 si terranno il 6 dicembre. Difficile immaginare che tipo di campagna elettorale si svolgerà da qui alla data del voto, visto che la maggior parte dell’opposizione ha annunciato da tempo la volontà di non partecipare alla consultazione e visto il clima di incertezza che regna nel Paese colpito da recessione, pandemia e proteste di piazza. “Probabilmente sarà una campagna segnata da proteste e violenze perché immagino che l'opposizione, che ha deciso di astenersi, non resterà con le mani in mano - commenta a Vatican News Maria Rosaria Stabili, già ordinario di Storia dell’America latina all’Università di Roma Tre -. Anche perché, per questioni politiche ma soprattutto economiche, le proteste nel Paese continuano, per cui immagino che sarà una campagna segnata da tensioni sociali fortissime”.
Le opposizioni
Ancora più difficile prevedere che conseguenze avrà l’astensione di buona parte dell’opposizione elle elezioni, perché la galassia delle forze politiche che si oppongono al presidente Maduro è variegata, spiega la professoressa Stabili: “Parliamo di un arcipelago di più di 27 partiti. E’ un’opposizione che va da gruppi della destra moderata a gruppi dell'estrema sinistra. Sappiamo che uno dei più conosciuti a livello internazionale, Henrique Capriles, che si oppone a Juan Guaido, pensava di partecipare alle elezioni e solo a settembre ha fatto marcia indietro”. Quella venezuelana, è, dunque, un’opposizione unita solo nell’astensione: “Quasi nessuno dei leader dell’opposizione più conosciuti – aggiunge Stabili - gode di credibilità nella popolazione, per le divisioni interne dovute non solo a questioni di posizionamento ideologico ma anche a contrapposizioni personali e di contrapposizione degli interessi legati a specifici rappresentanti”.
La situazione sociale e istituzionale
Nel Paese che, ricorda la storica, vive il suo settimo anno consecutivo di recessione, alcune previsioni prevedono una contrazione del 20% dell'economia a fine 2020, altre parlano addirittura del 35%. La situazione dal punto di vista sociale non migliora, con il 70% della popolazione in condizioni di estrema povertà, la classe media praticamente stritolata dalla crisi e 6 milioni di venezuelani che hanno abbandonato il Paese. A peggiorare la situazione la pandemia di Covid-19 che ha pesato ulteriormente sulle carenze già gravi di generi di prima necessità e combustibile. “Il governo – aggiunge la professoressa- è riuscito fino ad ora ad avere il controllo del territorio, però dal punto di vista istituzionale Maduro non riesce a risolvere la crisi, se non con una repressione fortissima”.
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