Avanza il processo di pace in Sud Sudan
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Continueranno nelle prossime settimane i colloqui per la riconciliazione in Sud Sudan, mediati dalla Comunità di Sant’Egidio e alla presenza della comunità internazionale. Soddisfazione è stata espressa dal movimento fondato da Riccardi per la diminuzione della violenza nella regione di Equatoria, frutto dell’intesa sul monitoraggio del cessate il fuoco, raggiunta poche settimane fa a Roma in concomitanza con la ripresa dei dialoghi in ottobre.
I passi avanti
La settimana che si è conclusa è stata all’insegna di intensi negoziati tra il governo del Sud Sudan (RTGoNU) e i movimenti di opposizioni riuniti nel SSOMA. Durante i lavori le due delegazioni hanno raggiunto un accordo sulla maggioranza dei punti contenuti nel testo detto “Declaration of Principles” tra cui si ricorda: la natura federale del governo e la divisione dei poteri; l’identità nazionale e il rispetto delle differenze etniche, culturali e linguistiche; la creazione della National Constitutional Conference (NCC) e della National Constitution Review Commission (NCRC); la creazione di un meccanismo di controllo sulla governance economica (entrate, budget e spese);la riforma del settore civile e pubblico e l’istituzione di un nuovo settore della sicurezza; il rispetto dei territori e dei diritti delle comunità indigene; i confini interni tra le regioni; la partecipazione attiva della comunità internazionale in tutte le fasi successive della “Rome Initiative”.
Punti di vista differenti
Rimangono due punti – fa sapere la Comunità di Sant’Egidio - su cui ancora trovare accordo: la natura del conflitto e il metodo di approvazione della nuova costituzione, in corso di stesura. Sul primo punto il SSOMA insiste riguardo la natura etnica della guerra, mentre il governo rifiuta questa interpretazione; sul secondo esiste il contenzioso sul referendum come strumento di ratifica. Su tali temi la mediazione si è riservata di fare ulteriori proposte.
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