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Nigeria, le studentesse liberate Nigeria, le studentesse liberate 

Nigeria, salve le studentesse. Resta la lotta al terrorismo e alla pandemia

Gioia per la liberazione delle giovani ragazze rapite nei giorni scorsi nel Nord-Est del Paese africano, mentre si registra un attacco jihadista a una base Onu. Da Abuja la testimonianza di padre Patrick Alumuku, che esprime speranza anche per l’arrivo delle prime dosi di vaccino anti Covid-19 nell’ambito del piano Covax

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

La Nigeria tira un sospiro di sollievo dopo la liberazione delle 279 studentesse rapite venerdì in una scuola nello stato settentrionale di Zamfara. Dopo voci e smentite, negli ultimi due giorni, circa la sorte delle ragazze, questa mattina l’ufficialità della buona notizia: le ragazze sono al sicuro nei locali del governo e sono tutte in buone condizioni di salute. A dichiararlo è stato il governatore di Zamfara, Bello Matawalle, precisando che per la loro liberazione non è stato pagato alcun riscatto. “E’ un momento di grande gioia per tutto il Paese”. Commenta così, dalla capitale nigeriana, padre Patrick Alumuku, direttore della Comunicazione dell’arcidiocesi di Abuja, che riferisce anche di un messaggio inviato dal presidente nigeriano alla nazione assicurando l’impegno del governo per prevenire nuovi rapimenti di studenti.

Incubo terrorismo nel Paese

La Nigeria resta profondamente scossa dal terrorismo. L’ultimo episodio risale a ieri sera, quando i jihadisti dell'Iswap, gruppo legato al sedicente Stato islamico nel Nord-Est del Paese, hanno sferrato un doppio attacco nella città di Dikwa, assaltando una base delle Nazioni Unite con circa 25 operatori umanitari che si erano rifugiati in un bunker, e colpendo un campo militare, secondo quanto riferito all’agenzia AFP da un ufficiale dell'esercito e da una fonte anonima. Quest’ultima ha inoltre dichiarato che "la base umanitaria è stata incendiata dai combattenti ma finora nessun dipendente è stato colpito" e che per respingere i jihadisti sono stati inviati a Dikwa rinforzi militari dalla città di Marte, a 40 chilometri di distanza. Padre Alumuku conferma che la situazione in questo momento è molto difficile e parla di una combinazione di sforzo tra jihadisti, Boko Haram e i gruppi che sono arrivati dal Nord, soprattutto i gruppi islamici provenienti da Libia, Mali, Ciad e Niger, che sono discesi in Nigeria e credono che avendo la Nigeria un presidente musulmano, possono fare qualsiasi cosa vogliano nel Paese. Inoltre, l’attacco alla base Onu per padre Patrick indica che i terroristi vogliono coinvolgere non solo il governo nigeriano ma anche la Comunità internazionale in quello che stanno facendo, vogliono far sentire che non sono un gruppo qualunque e possono attaccare chiunque.

Covax, in arrivo le prime dosi di vaccino contro il Covid

Intanto, di fronte a questa situazione drammatica in cui versa il Paese, uno spiraglio di luce è rappresentato dall’arrivo, atteso per oggi, di 3,9 dosi di vaccino anti Covid-19, nell’ambito del Piano Covax. Dopo Ghana e Costa d’Avorio, inizierà dunque, anche in Nigeria la campagna di vaccinazione con dosi fornite dal meccanismo che prevede la fornitura ai Paesi a basso reddito. “Spero che tutto vada bene - conclude il direttore della Comunicazione dell’arcidiocesi di Abuja -. Noi ringraziamo il Signore perché la pandemia qui non ha avuto un effetto terribile come sta accadendo in altri Paesi. Avevamo paura che, non avendo abbastanza ospedali e capacità di affrontare questa emergenza, se il virus fosse arrivato con le dimensioni con cui ha colpito Europa e Stati Uniti sarebbe stato molto difficile”. Infine, l’auspicio di padre Patrick è che il vaccino arrivi per tutti i nigeriani.

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02 marzo 2021, 12:10