Bangladesh, salesiani: per Covid e maltempo perduti i progressi di cinquant'anni
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Intere aree, a nord come a sud, del Bangladesh sono interessate da piogge abbondanti, alluvioni che hanno costretto centinaia di migliaia di persone a scappare dalle loro case completamente inondate. Intanto, il governo sta cercando di aiutare quanti si sono trovati improvvisamente in difficoltà, come pure le organizzazioni internazionali presenti sul territorio. Anche la Chiesa nelle zone colpite sta facendo il possibile per prestare soccorso e molto attiva sul territorio è la Caritas. A raccontare a Vatican News quel che accade in questi giorni in Bangladesh è padre Francis Alencherry responsabile dei missionari salesiani nel Paese, raggiunto telefonicamente nella capitale Dacca.
Frane e inondazioni anche nei campi profughi Rohingya
Mentre si teme per l’arrivo di nuove piogge, il bilancio delle alluvioni si aggrava drammaticamente nella zona sud-est del Paese, dove frane e inondazioni a Cox’s Bazar, il più grande insediamento di rifugiati del mondo, stanno causando lo sfollamento di circa 13mila Rohingya. Almeno sei le vittime tra i profughi - tre sono bambini - quindici i cittadini bengalesi uccisi e oltre 200mila quelli rimasti bloccati dalle inondazioni. Drammatiche le cifre fornite dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati parla di 21mila Rohingya colpiti dalle forti piogge e quasi 4mila rifugi danneggiati o distrutti, comprese cliniche e servizi igienici.
Pandemia: nuove restrizioni per il Covid-19
L’emergenza maltempo in Bangladesh si somma a quella sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19. Un nuovo lockdown è stato imposto in tutto il Paese da un mese, a causa di un’altra ondata di contagi. “La chiusura delle fabbriche – racconta ancora padre Fancis – ha lasciato moltissimi operai senza lavoro. Nonostante le restrizioni imposte, migliaia e migliaia di poveri escono di casa ogni giorno per cercare di lavorare per guadagnare qualcosa”. Il missionario nota anche che fino a due settimane fa il virus era concentrato nei villaggi, mentre ora l’incidenza riguarda anche la capitale e ricorda che sono quasi 230 i morti e migliaia i contagi ogni giorno. Le conseguenze del virus sull’economia restano l’aspetto più preoccupante: “Il numero dei poveri è molto aumentato nell’ultimo periodo, tutto il guadagno ottenuto dal lavoro degli ultimi cinquant’anni è andato perduto nel giro di un anno e mezzo”.
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