Afghanistan, la risposta degli Stati Uniti dopo l’attentato a Kabul
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Il via libera all’attacco è arrivato dallo stesso presidente Biden, al centro di pesanti critiche per la gestione del ritiro dall’Afghanistan. Con un drone è stato ucciso un importante responsabile dell’Isis, colpito mentre era a bordo di un veicolo nella provincia afgana di Nangahr. L’uomo, secondo fonti americane, stava progettando altri attacchi come quello sanguinoso all’aeroporto di Kabul di giovedì e costato la vita a 170 persone.
Proprio dallo scalo, teatro di una fuga di massa dal Paese, l’ambasciata Usa ha chiesto ai suoi cittadini di allontanarsi a causa di nuove "minacce alla sicurezza" soprattutto in vista del 31 agosto, termine fissato per il ritiro completo dal Paese. Nelle ultime 12 ore sono 4.200 le persone evacuate da Kabul, riferisce la Casa Bianca, da fine luglio circa 114mila. Dall’aeroporto di Kabul ieri è decollato l'ultimo volo del ponte aereo umanitario tra l'Afghanistan e l'Italia: il C-130 dell'Aeronautica militare farà rientrare altre 110 persone, tra cui 58 afghani. Stamani l’arrivo a Fiumicino.
La richiesta dell’Onu
Le Nazioni Unite hanno sollecitato i donatori ad aiutare gli agricoltori afgani a combattere una siccità che minaccia i mezzi di sussistenza di sette milioni di persone. A pesare anche la pandemia di Covid-19 e lo sfollamento causato dall'offensiva talebana. Non meno di 14 milioni di afghani, tra cui due milioni di bambini, soffrono attualmente di insicurezza alimentare acuta, cioè un afghano su tre. Tre milioni di capi di bestiame sono a rischio. La FAO chiede 18 milioni di dollari (circa 15 milioni di euro) per finanziare l'acquisto di sementi di grano in vista della semina di settembre, da cui dipendono 250.000 agricoltori e le loro famiglie, ovvero 1,5 milioni di persone, mentre si prevede che la resa attuale del raccolto sarà inferiore del 20% rispetto al 2020.
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