Etiopia: nuovi bombardamenti sulla regione del Tigray
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
In Tigray si stanno vivendo giornate di gravi violenze. La regione etiopica, dal novembre scorso, è teatro del confronto armato tra l’esercito di Addis Abeba e movimenti ribelli indipendentisti. Negli ultimi giorni lo scontro è salito di intensità con numerosi attacchi aerei delle forze armate con gravi ricadute sulla situazione umanitaria.
L’Onu blocca i collegamenti
In questa situazione, che si aggrava di giorno in giorno, l’Onu ha deciso di sospendere per motivi di sicurezza i voli umanitari verso la capitale tigrina Makallè. Una scelta dovuta al fatto che proprio lo scalo aereo della città rappresenta uno degli obiettivi dei raid degli aerei etiopi, che hanno rischiato di coinvolgere il personale dell’Onu. Inoltre da qualche tempo Addis Abeba e Nazioni Unite sono in polemica. Il governo etiope accusa il Palazzo di Vetro e in genere le organizzazioni umanitarie di offrire al mondo un’interpretazione della situazione nel Tigray più grave di quanto sia realmente e, di conseguenza, di favorire la ribellione tigrina. Dura la risposta dell’Onu che parla di blocco umanitario di fatto.
Nuovi attacchi sul Tigray
Intanto da quattro giorni si susseguono gli attacchi aerei etiopici, che si concentrano soprattutto su Makallè, dove, a detta dei vertici militari, vi sarebbero diversi centri di addestramento delle forze rivali. La notizia è stata confermata dal governo di Addis Abeba e anche da numerosi residenti di Makallè Scarse le notizie su eventuali vittime tra i civili. L’unica notizia parla di una decina di persone ferite nei raid aerei.
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