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Il parlamento portoghese (Ansa) Il parlamento portoghese (Ansa) 

Il primo ministro socialista Costa vince le elezioni in Portogallo

Ad un anno dalle presidenziali, che hanno visto la conferma del capo dello Stato in carica, Marcelo Rebelo de Sousa, il Paese lusitano è tornato ieri alle urne in anticipo per il rinnovo del parlamento. L’ex sindaco di Lisbona ha regalato al Partito socialista la seconda maggioranza assoluta della sua storia. Adinolfi: un voto condizionato dalla crisi economica

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Antonio Costa, ex sindaco di Lisbona, ha vinto ampiamente le elezioni parlamentari di ieri in Portogallo regalando al Partito socialista la seconda maggioranza assoluta della sua storia. Crescita nel Paese dell'estrema destra. 

Costa: una vittoria di umiltà, fiducia e stabilità

Costa ha messo a segno una vittoria tutt'altro che scontata, visto il fallimento del suo ultimo governo: era 'scivolato' sull'approvazione della legge di bilancio e un'estenuante pandemia; ha vinto le elezioni con un'ampia maggioranza e che i sondaggi davano in bilico. Il voto è stato però anche segnato da un avanzamento dell'estrema destra e non rimuove lo spettro dell'instabilità politica. "Questa è una vittoria di umiltà, di fiducia e di stabilità", ha affermato il leader socialista e primo ministro portoghese, Antonio Costa, nelle sue prime dichiarazioni dopo aver confermato la schiacciante vittoria del PS. "Dopo sei anni come primo ministro, dopo gli ultimi due anni in una lotta senza precedenti contro una pandemia, è con grande entusiasmo che mi assumo questa responsabilità", ha aggiunto.

Un retroscena di crisi politica aggravato dalla pandemia

Il Portogallo sarebbe dovuto andare alle urne nel 2023. La crisi politica, complice la difficile situazione causata dalla pandemia, ha portato al voto anticipato di domenica 30 gennaio. La Chiesa ha guardato con attenzione a questo voto. Già durante la campagna elettorale i vescovi portoghesi hanno esortato a non boicottare le urne e invitato i politici ad affrontare i problemi più urgenti del Paese, fra cui le situazioni di povertà e di coesione economica. Ribadito l’invito a vaccinarsi per combattere il Covid. Le consultazioni sono state indette in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, prevista per il prossimo anno, in seguito alla crisi del governo del socialista Antonio Costa, al quale i partiti di sinistra hanno fatto mancare la maggioranza nel voto di approvazione della legge di bilancio.

Altro motivo della crisi politica, secondo Goffredo Adinolfi, ricercatore all’Università di Lisbona intervistato da Radio Vaticana – Vatican News, è anche la spaccatura creatasi tra i partiti principali e le piccole formazioni, che hanno avuto il timore di scomparire e per questo si sono ritirati dalla maggioranza.

Ascolta l'intervista a Goffredo Adinolfi

Una situazione economico-sociale difficile

Il Portogallo, a differenza degli altri Paesi del sud Europa, non vive il problema migratorio come emergenza. Gli ingressi, afferma Goffredo Adinolfi, avvengono per lo più dalle ex colonie. Si tratta di immigrati che parlano la stessa lingua e, più o meno, hanno la stessa cultura; quindi l’integrazione non ha mai creato grossi problemi. Un discorso simile vale per la pandemia. Si è cercato, sottolinea Adinolfi, di non isolare i cittadini non vaccinati e forse proprio per questo il tasso di chi ha assunto una o più dosi è soddisfacente. Il Portogallo, ricorda il ricercatore, è uno dei Paesi più europeisti e, a prescindere dal risultato delle elezioni, non ci saranno ricadute negative sul rapporto di Lisbona con l’Unione. Al contrario la situazione sociale ed economica resta davvero difficile con due anni di pandemia e conseguenti ripetute chiusure delle frontiere che hanno molto aggravato le condizioni di un Paese come il Portogallo che vive di turismo. 

aggiornamento 30 gennaio, 9.00

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29 gennaio 2022, 08:00