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Il capo delegazione iraniana a Vienna Il capo delegazione iraniana a Vienna  

Nucleare Iran: trattative vicine ad un accordo

Secondo diversi delegati presenti alle trattative in corso a Vienna non è mai stata così vicina una nuova intesa sul programma nucleare della Repubblica islamica. Ottimismo anche da parte iraniana ma negli Usa i repubblicani chiedono la ratifica del Congresso su qualsiasi tipo di accordo.

Marco Guerra – Città del Vaticano

Un nuovo accordo sul programma nucleare iraniano è molto vicino e potrebbe essere approvato dalle parti entro una settimana. E' quanto ha dichiarato oggi un alto funzionario dell'Unione europea. Di negoziati ad un punto di svolta e di intesa ad un passo parla anche il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. "Stiamo arrivando all'ora della verità", ha detto parlando dei negoziati in corso a Vienna per ripristinare l'accordo sul nucleare smantellato da Donald Trump nel 2018, il cosiddetto Piano d'azione congiunto globale (Jcpoa). "Non è una questione di settimane - ha aggiunto il ministro francese - è una questione di giorni".

Iran ottimista

Il negoziato in corso a Vienna vede riuniti i rappresentati di Iran, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania, Unione Europea e Stati Uniti. Secondo fonti Ue la maggior parte delle questioni sarebbe già stata concordata. Ottimismo è stato espresso anche del capo negoziatore della delegazione iraniana, Ali Bagheri Kani, che ha ammesso come le parti "siano più vicine che mai a un accordo". Ma Kani ha anche aggiunto che i negoziati possono ancora fallire. "Niente è accordato - ha commentato su Twitter - fino a che tutto non è accordato. I nostri partner devono essere realistici, evitare l'intransigenza mostrata negli ultimi quattro anni". Giovedì si è fatta sentire anche la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante una cerimonia a Teheran. "Puntiamo a un uso pacifico dell'energia nucleare" ha affermato l'ayatollah menzionando le trattative in corso a Vienna. L'Iran nel 2015 aveva accettato di eliminare le sue riserve di uranio a medio arricchimento, di tagliare quasi completamente le riserve di uranio impoverito e di due terzi le centrifughe a gas, utilizzate per arricchire proprio l'uranio. In cambio aveva ottenuto la cessione dell'embargo economico imposto da Washington, dall'Unione Europea e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Repubblicani contrari all’accordo

Un ostacolo all’accordo è rappresentato dall’opposizione repubblicana negli Stati Uniti. Un gruppo di 200 repubblicani della Camera ha firmato un documento con cui avverte il presidente che nessun accordo potra' essere approvato senza il via libera del Congresso. "Se raggiungerà un accordo con la Guida suprema dell'Iran - scrivono rivolgendosi a Biden - senza l'approvazione del Congresso, lei andra' incontro allo stesso destino di Barack Obama", dunque avra' una dura opposizione interna. Finora, a oltre due mesi dalla riapertura del tavolo di Vienna, non ci sono stati ancora colloqui diretti tra Usa e Iran, ma soltanto uno scambio di messaggi tramite la mediazione dell'Ue.

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18 febbraio 2022, 17:44