Emergency al confine ucraino in aiuto dei rifugiati anziani
Alessandro Guarasci e Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Ci sono momenti in cui l'emozione deve lasciare spazio alla lucidità, attimi nei quali occorre comprendere il rischio ed intervenire. Prima che sia troppo tardi. In uno scenario di guerra simili sensazioni sono all'ordine del giorno, così come al confine tra un Paese caratterizzato da un conflitto e un altro nel quale accorrono migliaia di rifugiati. Intere famiglie, molti bambini, soprattutto donne. Tra loro numerosi sono anche gli anziani, verso i quali è necessaria un'attenzione particolare.
Il lavoro di squadra
Per essere utili, in simili scenari, è bene operare in gruppo. Emergency ha esplorato il confine tra la Romania e la Moldavia, decidendo poi di operare, d'accordo con il governo di Chișinău, a Bălți, città dove le autorità moldave hanno allestito tre centri di accoglienza. "Ci troviamo ovviamente in una zona di confine, dove in questi giorni stiamo vedendo numerose macchine provenire dall'Ucraina", spiega Andrea Bellardinelli, membro del programma emergenze e migrazioni di Emergency.
"Sono circa 300 le persone che hanno trovato rifugio nelle nostre strutture, molte sono anche quelle - prosegue - che hanno deciso di recarsi in alberghi o abitazioni private, nella viva speranza che l'orrore della guerra cessi presto e possano così tornare in Ucraina".
I rifugiati più anziani
Una cura speciale è quella rivolta alle persone anziane. "Registriamo le patologie tipiche della loro età - sottolinea Bellardinelli -, dalle cardiopatie al diabete ed altre ancora. Il nostro compito è anche quello di indirizzare queste persone verso il sistema territoriale sanitario moldavo, con i medici di base che poi possono rimandare alcuni casi agli specialisti". Numerose sono le famiglie, per tutti è necessario anche un supporto psicologico. "Ovviamente il disorientamento delle persone adulte è fisiologicamente maggiore", rileva l'operatore di Emergency, con "stati d'ansia e depressivi importanti".
La richiesta di informazioni
Il disorientamento riguarda tutte le famiglie. "Le mamme non sanno di poter avere un medico di base, compresi i pediatri. Stiamo cercando di dare queste informazioni non solo a chi si trova nelle strutture di accoglienza, ma anche ai tanti che dormono altrove", spiega ancora Bellardinelli. Odessa dista solo 40 chilometri da Bălți, dunque arrivano anche feriti dall'Ucraina? "Al momento non abbiamo visto feriti, ma siamo pronti a muoverci anche in tal senso, di certo - conclude - va sottolineato come il sistema sanitario moldavo stia rispondendo benissimo ad una criticità che richiede il contributo di tutti, ed è per questo che siamo qui, nella speranza di dare il nostro".
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