Migranti, Melilla: la Comece condanna l'uso della forza e chiede un'indagine credibile
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il governo algerino accusa il Marocco per la brutalità con la quale le forze di sicurezza di Rabat hanno respinto venerdì l’assalto di centinaia di persone migranti, in gran parte sudanesi, che cercavano di entrare in Europa dal confine spagnolo di Melilla. L’inviato speciale del governo algerino per il Sahara parla di “immagini scioccanti di una carneficina”, e dell'uso “sproporzionato della forza che assomiglia ad autentiche esecuzioni sommarie". I video diffusi da attivisti e media mostrano persone ammassate per terra sotto la sorveglianza di guardie marocchine, alcune inermi e forse già cadaveri. In altre immagini si vede invece la polizia del Marocco che colpisce con calci e bastonate diversi migranti sdraiati a terra.
Le accuse dell'Algeria
L’Algeria ha chiesto al Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati di aprire un'indagine "indipendente e trasparente" su fatti che dimostrano “la sistematica violazione dei diritti umani da parte di uno Stato che ha scelto di svolgere il ruolo di polizia - in cambio di finanziamenti - nella gestione 'esternalizzata' delle frontiere esterne dell'Unione europea”. Ed è intervenuto anche il capo della Commissione dell'Unione Africana, il ciadiano Moussa Faki Mahamat, denunciando "il trattamento violento e degradante dei migranti africani" e chiedendo un'indagine su questa tragedia. Il premier spagnolo Sanchez, invece, ha definito la tragedia la conseguenza di un “assalto violento e organizzato da parte delle mafie dedite alla tratta di esseri umani, contro l’integrità territoriale del nostro Paese”. Il primo ministro spagnolo ha espresso inoltre il suo cordoglio per le vittime dell’assalto all’enclave di Madrid in terra marocchina. La frontiera tra Marocco e le due enclavi spagnole di Ceuta e Melilla era stata riaperta il 17 maggio scorso dopo oltre due anni di stop, causato sia dal Covid sia dal braccio di ferro tra i governi di Madrid e Rabat, quando la polizia marocchina aveva allentato i controlli sui migranti che si presentavano al confine. Il 22 marzo scorso si era verificato un episodio simile, quel giorno circa 2.500 migranti avevano tentato di forzare i blocchi, 900 di loro erano riusciti ad arrivare in territorio spagnolo.
La Comece:rispettare la dignità inalienabile di migranti e rifugiati
Una ferma condanna per l'uso indiscriminato della forza e per il mancato rispetto della dignità e dei diritti umani, giunge in un comunicato dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea che chiede un'indagine credibile e indipendente per questo tragico episodio. Serve, ripetono i vescovi, un sistema adeguato per la gestione dei diritti dei migranti e dei rifugiati e un adeguato sistema di identificazione dei richiedenti asilo legittimi.
Il cordoglio dei vescovi spagnoli
Intanto i vescovi della sottocommissione per le migrazioni e la mobilità umana della Conferenza episcopale spagnola chiedono di compiere "passi di umanizzazione" per affrontare questa nuova crisi migratoria. Data la gravità degli eventi, che si sono aggiunti in passato sia a Ceuta che a Melilla, i vescovi esprimono il loro dolore per la perdita di vite umane e la fiducia nel pronto recupero di tutti i feriti. I presuli esprimono vicinanza anche per la preoccupazione degli abitanti delle città di confine e sperano che le autorità competenti contribuiscano a chiarire gli eventi e ad adottare le misure appropriate affinché non si ripetano.
D’Amore (Unicusano): migranti tema dell’accordo tra Spagna e Marocco
Marino D’Amore, docente del master in flussi migratori all’Università Nicolò Cusano di Roma, spiega i recenti drammatici fatti di Melilla alla luce dei nuovi accordi tra Spagna e Marocco, che si basano sostanzialmente sul riconoscimento di Madrid della legittimità dell’occupazione marocchina nel Sahara Occidentale. In pratica la Spagna considera il piano di autonomia marocchino, presentato nel 2007, come la base più seria per la risoluzione della questione del Sahara Occidentale e Rabat garantisce una maggiore cooperazione in materia di sicurezza e di controllo della pressione migratoria. “Dopo un evento simile accaduto a Ceuta qualche mese fa l’esercitò marocchino è intervenuto in maniera più energica”, riferisce ancora D’Amore.
Algeria attore della regione
“Una reazione del genere dell’esercito di Rabat è figlia anche di quell’accordo, anche se ora il premier Sanchez punta alle mafie che gestiscono il traffico dei migranti per spiegare quanto accaduto. Tuttavia ritengo che sia un’accusa fuori contesto perché il flusso di migranti ha sempre interessato le due enclave spagnole”, prosegue Il professore dell’Università Cusano. Secondo D’Amore anche l’Algeria è un altro attore importante della regione e le fa gioco dipingere il Marocco come un esecutore di esecrabili atti, è un’occasione per difendere i suoi interessi davanti alla comunità internazionale.
Ultimo aggiornamento 27.06 ore 22.00
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