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Il cardinale presidente Cei, Matteo Zuppi al Meeting di Rimini Il cardinale presidente Cei, Matteo Zuppi al Meeting di Rimini 

Il cardinale Zuppi al Meeting: la politica non sia piccolo interesse

Il porporato ha concelebrato la Messa domenicale alla kermesse di Comunione e Liberazione a Rimini, poi ha partecipato a un colloquio con Bernard Scholz. Zuppi ha messo in luce la necessità di considerare la politica come un servizio per la collettività e poi ha ricordato che la Chiesa è "madre"

Alessandro Guarasci - Rimini

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, richiama i cristiani a un impegno sempre maggiore, nella società come in politica. Il porporato è intervenuto al meeting di Cl a Rimini, che ha come titolo “Una passione per l'uomo", dove questa mattina ha concelebrato la messa .

La politica è amore politico

I cattolici devono guardare al bene comune, dunque la politica sia amore politico e non "convenienza o piccolo interesse. Credo che sia una grande indicazione per tutti anche pensando al nostro immediato futuro", ha detto il cardinale durante una conferenza stampa. " Ci sono alcune preoccupazioni, per l'educazione, per il lavoro, per la pace, per la famiglia, per il terzo settore che non è un 'problema di padiglioni' ma è frutto di tanta passione e interpreta tante sofferenze e tanti desideri: per questo interessa tanto la Chiesa che è un interlocutore importante e decisivo per le istituzioni, quelle presenti e quelle future”.

Il Terzo Settore frutto di passione

Il cardinale ha quindi ribadito il valore del Terzo Settore: “La Chiesa è interessata al Terzo settore perché è il frutto di tanta passione per l'uomo ed è interlocutore decisivo per le Istituzioni presenti e future". Un pensiero inoltre alle emergenze di questo tempo: "Quando penso alle pandemie, penso al Covid ma anche alla terribile pandemia della guerra in tutti i suoi pezzi, in questo grande e drammatico pezzo che investe un pò tutti, che è l'Ucraina”.

Passare per la “porta stretta”

Nell’omelia della Messa invece, il cardinale ha ricordato come i cristiani debbano seguire fino in fondo il Vangelo, dunque essi devono passare dalla "porta stretta". "Entriamo per questa - ha detto - quando condividiamo nella carità quello che abbiamo con chi non lo ha; quando liberiamo qualcuno dalla tortura della solitudine; quando rendiamo amato il soffio della vita accompagnandolo dal suo inizio fino alla sua fine;  quando-  ha sottolineato il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna - invitiamo a pranzo chi non può restituircelo. La porta larga poi diventa, invece, terribilmente stretta, perché riduce tutto all'io! Il mondo e la Chiesa hanno bisogno della passione irriducibile e forte per l'umano, piena di Cristo e che riconosce in questo il desiderio di Dio". Il porporato ha messo in luce come la Chiesa sia “madre”. Essa infatti "non è una realtà impalpabile, astratta, diafana, ma assume tratti umani e spirituali della nostra esperienza" terrena. "La bellezza di essere qui ci fa godere di questa comunione che ci unisce tra noi e con la Chiesa tutta".

No ai nazionalismi

Per il cardinale Zuppi inoltre "i nazionalismi non sono altro che un grande 'io' che difende tanti 'io' isolati. Al contrario è solo scoprendo altri che troviamo il nostro 'io', ci sentiamo più fragili ma troviamo la forza nell'incontro con gli altri non curando continuamente la nostra fragilità ma facendo di questa un motivo per incontrare gli altri". Per questo, "non dobbiamo abituarci all'orrore della guerra, della disumanita', a guardare gli altri come se non ci interessassero"

 

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21 agosto 2022, 15:56