Stati Uniti al voto per le elezioni di midterm: favoriti i repubblicani
Michele Raviart - Città del Vaticano
Usa al voto in tutti e 50 gli Stati per le elezioni di “midterm”, che rinnoveranno totalmente il la Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato. Un test elettorale importante per capire tanto la tenuta della presidenza democratica di Joe Biden, eletto due anni fa quanto gli scenari possibili per le prossime presidenziali del 2024. Secondo i sondaggi i repubblicani dovrebbero ottenere la maggioranza alla Camera con una maggioranza variabile tra i 5 e 25 rappresentanti, mentre al Senato la competizione elettorale dovrebbe essere più incerta. Pennsylvania, Wisconsin, Florida e Georgia sono gli Stati più in bilico e proprio in Pennsylvania negli ultimi giorni sono intervenuti sia lo stesso Biden, insieme all’ex-presidente Obama, sia il repubblicano Donald Trump.
Verso una Camera repubblicana. Incerto il Senato
“Alla Camera i democratici hanno una maggioranza risicatissima di quattro seggi e lì è piuttosto facile che la situazione cambi”, sottolinea a Vatican News Ferdinando Fasce, americanista e docente di storia Contemporanea all’Università di Genova, “soprattutto in un clima di inflazione che è ritornata agli anni 70 ed è il tema sul quale i repubblicani stanno puntando, oltre che sul tema della sicurezza e dell’ordine pubblico”. “Al Senato”, spiega “anche la situazione è ristretta, 50 senatori per ciascun partito con il ruolo decisivo della vicepresidente Kamala Harris, ma in questo caso pare che i sondaggi siano meno sfavorevoli ai democratici, anche se è ancora tutto da vedere”.
Si decide il futuro di Biden e di Trump per il 2024
“Tra le domande alle quali gli elettori dovranno rispondere”, continua Fasce, “c’è anche il destino di Biden. Un’eventuale sconfitta profonda dei democratici sia alla Camera che al Senato gli aprirebbe una situazione istituzionale molto difficile e le voci che corrono su una sua eventuale ricandidatura nel 2024 sarebbero fortemente diminuite”. Nel caso dei repubblicani, invece c’è un 30% di membri del Congresso sono sostenitori di Trump. “Si dice che potrebbero diventare il 40%. Un’eventuale vittoria in questo rafforzerebbe sicuramente le possibilità di ricandidatura di Trump”, spiega ancora, “anche se non bisogna dimenticare che una conferma del governatore della Florida De Santis – che è trumpiano ma che fa concorrenza a Trump a livello nazionale, potrebbe rilanciarlo come candidato più giovane per i repubblicani”.
Il peso della guerra in Ucraina
Economia e sicurezza saranno i temi più importanti su quali si confronteranno gli elettori, senza dimenticare la situazione internazionale. La guerra in Ucraina “pesa in modo particolare perché va a confliggere con la situazione economica interna statunitense”, sottolinea ancora Fasce. “La grande discussione oggi è se ci si può permettere di continuare a sostenere l’Ucraina, soprattutto dal punto di vista umanitario, perché dal punto di vista militare dietro c’è la lobby delle armi quindi anche i repubblicani sono favorevoli, ma dal punto di vista dell’aiuto umanitario c’è una grande discussione sul fatto che questo non vada a limitare la possibilità di sostegno agli americani in una situazione difficile come quella che si prospetta con quest’inflazione che potrebbe diventare recessione.
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