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Khartoum: il fumo che sale dalle zone dei combattimenti tra esercito e ribelli Khartoum: il fumo che sale dalle zone dei combattimenti tra esercito e ribelli 

Sudan: combattimenti a Khartoum tra esercito e forze paramilitari

Il bilancio provvisorio delle violenze è di tre morti. Le milizie ribelli rivendicano il controllo dei palazzi del potere e dell’aeroporto della capitale Khartoum, notizia smentita dall’esercito. Alla base delle tensioni sfociate nei combattimenti il difficile processo di transizione verso la democrazia e la mancata integrazione delle truppe irregolari nell'esercito governativo

Marco Guerra – Città del Vaticano

Il Sudan sprofonda nel caos e nelle violenze. Da questa notte sono scoppiati durissimi combattimenti tra l’esercito governativo, guidato da Abdel Fattah al-Burhan, che governa il Paese dopo il putsch dell'ottobre 2021, e le cosiddette Forze di supporto rapido sudanesi (Rsf) composte da ex miliziani della provincia ribelle del Darfur. Nella capitale Khartoum è definitivamente esplosa una situazione tesa da mesi, a causa dei forti contrasti sulla proposta di transizione, avanzata dagli Stati maggiori, verso un governo civile.

Ribelli rivendicano la conquista del palazzo presidenziale

Al momento si registrano almeno tre civili uccisi mentre i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) rivendicano il controllo a Khartoum del palazzo della presidenza, della residenza del capo dell'esercito e dell'aeroporto internazionale. Lo scrive al-Jazeera, che parla di un possibile golpe militare. Le Rsf sostengono di controllare anche gli aeroporti nelle città di Merowe, nel nord, e di El-Obeid, nell'ovest. Ad ogni modo secondo diverse fonti la situazione sul campo non è chiara. Le forze regolari, infatti, affermano che si combatte nei siti che le Rsf sostengono di controllare e negano che i paramilitari controllino l'aeroporto di Merowe. Secondo diversi analisti si tratta comunque di un tentativo di colpo di Stato.

I riflettori della diplomazia internazionale

Se sul terreno la situazione sembra precipitare a livello diplomatico il dialogo resta aperto. Il capo delle Forze di supporto rapido, generale Mohamed Hemeti Dagalo, ha detto di essere pronto a incontrare il leader dell'esercito sudanese e della giunta militare, Abdel Fattah al-Burhan, per allentare le tensioni: lo hanno reso noto alcuni mediatori citati dalla BBC. Intanto tutte le principali cancellerie del mondo chiedono la fine delle violenze. Il capo della missione delle Nazioni Unite in Sudan, Volker Perthes, ha condannato "fermamente" lo scoppio dei combattimenti in Sudan e sollecitato la fine "immediata" degli scontri tra esercito regolare e paramilitari. Seguono da vicino la situazione ed esprimono preoccupazione anche Stati Uniti e Russia.

Il caos politico istituzionale

Il Sudan avrebbe dovuto passare ad un governo civile dopo la cacciata nel 2019 dell'autocrate Omar al-Bashir, ma il processo di transizione è stato fermato dal golpe del 25 ottobre 2021, organizzato da al-Burhan. Un secondo tentativo di ripristino dell'esecutivo a guida civile è bloccato dalle tensioni tra Rsf e forze armate in merito al mancato accordo sull'integrazione delle prime nelle seconde, punto chiave per avviare il governo ad interim.

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15 aprile 2023, 16:47