Cerca

Kokono è la prima culla a basso costo pensata per proteggere i bambini dalla zanzara malarica Kokono è la prima culla a basso costo pensata per proteggere i bambini dalla zanzara malarica
La nostra Africa

Kokono, la “zucca vuota” che protegge i neonati dalla malaria

Il progetto creato da De-LAB Srl e Amref Health Africa, oltre a salvaguardare la salute dei piccoli consente alle madri di proseguire i propri studi e di lavorare serenamente. La culla è realizzata localmente, fatta di plastica biodegradabile, facilmente lavabile, occupa poco spazio ed è venduta a un prezzo molto accessibile. Lucia Dal Negro, co-fondatrice di De-LAB: “Kokono dimostra come sia possibile co-creare un modello produttivo inclusivo e sostenibile in loco”

Beatrice D’Ascenzi – Città del Vaticano

Non solo una culla, ma una risorsa per rispondere ai bisogni di salute e sicurezza infantile nell’Africa sub-sahariana. Nata dal design italiano ma sperimentata e prodotta in Uganda, Kokono - che in un dialetto ugandese significa “zucca vuota” - è nata per proteggere i neonati dai principali rischi sanitari e di sicurezza domestica o all’aperto. In particolare, grazie alla zanzariera che copre la culla arancione, le madri saranno in grado di prevenire la malaria, principale causa di mortalità infantile per la fascia al di sotto dei 5 anni in Uganda, responsabile di almeno il 20% delle morti infantili nel Paese. Lucia Dal Negro co-fondatrice di De-LAB, impresa fondatrice del progetto, a Vatican News a raccontato gli inizi dell’progetto: “Kokono nasce da un progetto di ricerca di De-LAB, una società specializzata in consulenza in cooperazione allo sviluppo. Il nostro team ha studiato e vissuto sul campo ragionando durante due workshop di ricerca condotti sul territorio: a Kampala, Gulu, Hoima e Fort Portal. Qui - prosegue Dal Negro - abbiamo ascoltato i bisogni e le preferenze dei locali, e abbiamo capito cosa servisse e come dovesse essere prodotta la culla”.

Ascolta l'intervista a Lucia Del Negro

Il cambiamento nella vita delle mamme

Oltre a salvaguardare la salute dei piccoli, la culla consente alle madri di proseguire i propri studi o di lavorare serenamente. Nel Paese le donne sono il fulcro della famiglia, si occupano della casa, del lavoro nei campi e dell'approvvigionamento dell'acqua, in un contesto caratterizzato da una serie di criticità che minano i loro diritti e le loro capacità di partecipazione attiva alle dinamiche sociali: i matrimoni precoci, insieme alle gravidanze in adolescenza, impattano pesantemente sul tasso di scolarità delle giovani ugandesi. L’indice di fertilità è tra i più alti al mondo, Ogni donna partorisce in media cinque figli, il primo spesso in un’età compresa tra i 15 e i 19 anni. Questo in un territorio in cui resta ancora molto limitato l’accesso ai servizi di tutela della salute femminile. Kokono, spiega Dal Negro, è stata pensata come “una soluzione semplice per un problema endemico del Paese come quello della malaria, che potesse essere prodotta e poi facilmente distribuita in loco, coinvolgendo il più possibile i locali, contribuendo al tema della salute ma anche all’empowerment di genere, e allo sviluppo sostenibile.” Il progetto infatti, include anche un ruolo lavorativo da parte delle donne interessate, che possono diventare distributrici della culla, in modo da generare una microeconomia femminile.

Il basso impatto ambientale 

Fatta di plastica biodegradabile, ricavata da fibre naturali di scarto, la culla è realizzata localmente. Facilmente lavabile, occupa poco spazio ed è venduta a un prezzo molto accessibile per le famiglie locali. Non solo culla, può diventare una bacinella per il bagnetto e un box-gioco per i bambini oltre i 12 mesi. Grazie alla sua robustezza è un oggetto longevo, che può servire a più neonati e che al contempo e pensata per essere trasportata facilmente. È proprio la sua multifunzionalità a far sì che il prodotto riduca il proprio impatto ambientale poiché in grado di essere riutilizzato nel tempo, venendo in contro alle necessità di un contesto in cui non ci sono risorse per acquistare tanti oggetti per i diversi bisogni dei piccoli.

Condivisone dei saperi per un bene comune

“Come azienda non crediamo all'idea di dover regalare cose all’ Africa”, spiega ancora la con-fondatrice di De-LAB, che sottolinea come quello alla base di Kokono sia un lavoro di “sistema” che coinvolge figure operative in Uganda e donatori italiani, sia privati che pubblici, interessati a supportare un prodotto innovativo, garantito dalla competenza di attori umanitari come Amref, che lavora in Africa dal 1957. “In realtà è perfettamente possibile co-creare insieme delle soluzioni e con questo approccio – continua a raccontare Del Negro- siamo riusciti a costruire un prodotto che speriamo di portare presto in altri paesi africani. Questo dimostra come sia possibile un 'innovazione socialmente e ambientalmente responsabile, capace di coinvolgere gli utilizzatori finali, mettendo in capo il konw how di persone e culture diverse”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

29 maggio 2023, 13:25