Sudan, disperata la situazione umanitaria a causa della guerra
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Sono soprattutto donne e bambini coloro che fuggono dalla capitale sudanese Karthoum, per cercare salvezza dal sanguinoso conflitto che imperversa da mesi tra l'Esercito e le Forze paramilitari di supporto rapido. Oltre 140 mila, secondo i dati di Medici senza frontiere, le persone che hanno cercato rifugio nello Stato del Nilo Bianco, in una condizione umanitaria spaventosamente difficile: gravissime le carenze di cibo, acqua, alloggi, assistenza sanitaria, nei dieci campi che, secondo le autorità locali, ospitano circa 387 mila persone e dove, secondo l’organizzazione che gestisce diverse cliniche nell’area, vengono segnalati sempre nuovi casi di sospetto morbillo che sta già provocando le prime vittime.
L’Ue pronta ad adottare sanzioni
Un fronte che è solo la punta dell’iceberg di uno scenario che vede quasi 2 milioni e mezzo di profughi interni e circa 700 mila che hanno varcato i confini del Sudan. Le conseguenze del conflitto sono state denunciate dall’Unione Europea, dopo 100 giorni di combattimenti. Bruxelles ha dichiarato di essere pronta ad adottare sanzioni per mettere fine alla guerra interna. In una dichiarazione, l'Alto Rappresentante dell'Ue per la politica estera, Borrell, ha sottolineato la costernazione di fronte alla “brutalità e il totale disprezzo dei belligeranti nei confronti della popolazione civile”: oltre 1.100 le vittime, tra i quali 435 minori, con altri 12 mila feriti. Uno scenario che potrebbe portare l’Ue a sanzionare i responsabili del conflitto", al fine di creare il terreno per promuovere la pace.
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