Libia, proteste in piazza dopo l'incontro segreto con Israele
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Doveva essere un tentativo per appianare i rapporti tra due Paesi storicamente distanti e invece si è rivelata la scintilla che ha innescato il caos diplomatico. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri libico, signora Najla al Mangoush, e quello israeliano, Eli Cohen, si sono incontrati a Roma. Al centro dell’incontro segreto le possibili relazioni bilaterali Libia-Israele, in particolare l'importanza di preservare il patrimonio degli ebrei libici, inclusa la ristrutturazione delle sinagoghe e dei cimiteri ebraici in Libia. Tutto questo è stato poi rivelato da un comunicato diffuso da Israele, generando perplessità nella comunità internazionale e vibranti proteste in Libia.
Meno stabile il governo libico
La fuga di notizie sull’incontro tra i due ministri ha immediatamente causato violente manifestazioni della popolazione di un Paese, la Libia, vicino da sempre alla causa palestinese e quindi fortemente critico nei confronti di Israele. Nelle vie di Tripoli e di altre città migliaia le persone scese in piazza, che hanno scandito slogan contro Israele e contro il governo di Tripoli, bandiere con la stella di David sono state bruciate: questo lo scenario offerto dai dimostranti. Altre conseguenze: il premier libico, Abdelamid Dbeibah, ha sospeso dall’incarico ministeriale la al Mangoush, che si è rifugiata in Turchia, le proteste con Israele dell’amministrazione americana, interrogativi sul ruolo che ha avuto l’Italia e il rischio di crisi di governo per lo stesso Dbeibah.
Nessun dialogo con Israele
Il capo del governo libico, Dbeibah, sempre ieri ha visitato l'ambasciata palestinese a Tripoli. Lo ha riferito il sito Libya Observer, che ha anche pubblicato stralci di quanto Dbeibah ha detto nella rappresentanza diplomatica. Il premier ha ricordato di non essere a conoscenza dell'incontro di Roma e ha spiegato che Najla al Mangoush ha agito su iniziativa personale e ha ribadito il rifiuto della Libia a una normalizzazione delle relazioni con Israele.
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