Il Niger sconvolto dal golpe ricorda la sua indipendenza
Beatrice D'Ascenzi – Città del Vaticano
Il 3 agosto del 1960 il Niger riconquistava l'indipendenza dopo oltre mezzo secolo di colonizzazione francese. Quest’anno la ricorrenza rischia, sulla scia del recente colpo di stato militare, di fomentare ondate di violenza anti-occidentale nella capitale, Niamey. Per questo motivo Parigi, in una nota ufficiale, ha chiesto "piene garanzie" per il personale della propria ambasciata, in virtù degli obblighi previsti dalla Convenzione di Vienna. La Francia - la cui ambasciata è stata presa d'assalto dai manifestati pro-golpe durante gli scontri del 30 luglio- teme che anche questa commemorazione possa lasciare il passo a un'ondata incontrollata di violenze. Una paura largamente condivisa da gran parte delle sedi diplomatiche occidentali in Niger.
La posizione statunitense
Intanto gli Stati Uniti hanno ordinato l'evacuazione del personale non essenziale dall'ambasciata americana a Niamey ed il presidente Biden è tornato a chiedere l'immediato rilascio dell'omologo - democraticamente eletto - Bazoum e della sua famiglia. Biden ha inoltre ribadito l’importanza di preservare la democrazia del Niger, così duramente conquistata in passato. “In questo momento critico, gli Stati Uniti sono al fianco del popolo nigerino per onorare la nostra pluridecennale partnership radicata nei valori democratici condivisi e nel sostegno a una governance guidata dai civili", ha riferito il presidente americano in una dichiarazione ufficiale, sottolineando che “il popolo nigerino ha il diritto di scegliere i propri leader".
I meccanismi di evacuazione
Intanto, il ministero delle Forze armate di Parigi ha affermato che si è conclusa l'evacuazione dei cittadini francesi dal Niger. Nella capitale francese sono già atterrati i cinque voli organizzati che hanno riportato a casa più di mille persone. Tra loro è stato evacuato anche il primo gruppo di cittadini britannici dall’inizio del golpe, mentre il ministro degli esteri italiano Tajani assicura che “non ci sono atteggiamenti negativi verso l'Italia" e che i cittadini italiani "sono al sicuro”. Per il ministro, la priorità è quella di trovare un accordo per ripristinata la democrazia, sottolineando che l’Italia continua “a tessere relazioni diplomatiche", affinché "la diplomazia prevalga e vinca sulle armi''.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui