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Sono più di 35000 i morti legati alle armi da fuoco negli USA dall'inizio dell'anno Sono più di 35000 i morti legati alle armi da fuoco negli USA dall'inizio dell'anno  

Armi, nuove tragedie negli Usa. Biden: "Non possiamo accettarlo"

La recente sparatoria nel Maine, la più sanguinosa da quella di Uvale del 2022, si somma alle 525 registrate quest'anno negli Stati Uniti. Circa 35 mila i morti a causa di armi da fuoco, 6 mila le vittime minorenni. Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di Ricerca Internazionale Archivio Disarmo: "Rendere rilevabili la transazioni fra privati, evitare armi a raffica, controllare la salute mentale delle persone detentrici di armi, potrebbero prevenire le violenze"

Leone Spallino – Città del Vaticano

È ancora caccia negli Stati Uniti al killer nel Maine, individuato nel riservista dell’esercito Robert Card, che avrebbe ucciso diciotto persone e ferite tredici, in una serie di sparatorie avvenute a Lewiston, piccolo centro urbano nel sud dello Stato. Card avrebbe sparato con un fucile d’assalto AR-15, munito di caricatore esteso, in una sala bowling e in un bar il 25 ottobre. È stato chiesto alla popolazione locale e dei centri urbani adiacenti a Lewiston di rimanere in casa, mentre le scuole di tutto lo Stato sono state chiuse. Le forze di polizia, anche delle aree confinanti, sono alla ricerca del sospettato, e avevano circondato una casa appartenente ad un parente di Card, per poi abbandonare l’assedio dopo poche ore, sebbene la dinamica non sia ancora del tutto chiara. Le istituzioni del Maine sono in contatto con il presidente Biden, che ha dichiarato in una nota che “troppi americani muoiono a causa della violenza legata alle armi da fuoco. Non è normale e non possiamo accettarlo”.

565 sparatorie nel 2023

La strage si somma alle 565 sparatorie avvenute quest’anno, e rappresenta la più sanguinosa da quella della scuola di Uvalde, Texas, dove il 24 maggio del 2022 due insegnanti e diciannove studenti furono assassinati dal diciottenne Salvador Rolando Ramos, ucciso a sua volta dagli agenti in seguito alla sparatoria. Il bollettino delle vittime, compilato dal “Gun Violence Archive”, conta, al 27 ottobre, ben 35.853 vittime dal primo giorno dell’anno. I numeri sembrerebbero segnalare un aumento costante di vittime ed incidenti. “Negli Stati Uniti ci sono 350 milioni di armi da fuoco su una popolazione di 300 milioni. Quindi statisticamente più di un'arma a testa", sottolinea  Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerca Internazionale Archivio Disarmo. "È chiaro che ci sono tante persone che hanno 10-15-20 armi e questa statistica va presa con le dovute cautele, ma resta incredibilmente più alta la percentuale di persone che hanno un’arma rispetto alle medie europee” Si stima che circa un terzo delle famiglie americane possiedano armi all’interno della propria abitazione.

Ascolta l'intervista a Maurizio Simoncelli

Le ferite della società  

I “mass shooting”, le stragi così tristemente note sia negli Stati Uniti che al di fuori, non sono l’unico aspetto delle problematiche legate alla circolazione e al possesso endemico di armi nel Paese. “Spesso per l’opinione pubblica fa meno notizia, ma non dobbiamo dimenticarci dei sucidi, un’altra piaga legata alla diffusione delle armi da fuoco” spiega Simoncelli, che individua anche delle differenze legate all’origine sociale ed etnica di alcune vittime “una parte anziana e bianca della popolazione è più soggetta a tentativi di suicidio usando pistole o fucili. La popolazione giovane e nera, invece, è più probabile che possa risultare vittima di violenza deliberata mediante arma da fuoco”. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello legato agli incidenti; le vittime degli “spari involontari” sono state circa 2 mila l’anno scorso. E la situazione è ancora più drammatica per quello che riguarda le vittime minorenni, con 995 bambini tra gli 0 e gli 11 uccisi o feriti nel 2022 e con 5157 decessi e ricoveri fra i teeneger correlati alle armi da fuoco “Negli Stati Uniti si producono e vendono armi da fuoco per bambini – prosegue Simoncelli – proibire questo sarebbe importante per il benessere dei minori”

Le leggi sul possesso delle armi

Il diritto ad avere “una milizia ben regolata e di brandire le armi” è sancito nel secondo emendamento della costituzione degli Stati Uniti d’America. “Nella Costituzione c’è un articolo che prevede che ogni Stato abbia una propria milizia armata: risale però a 300 anni fa, cioè quando i coloni nord americani si trovano in guerra con la madrepatria inglese. Questo articolo è stato interpretato, invece, come il diritto del singolo a potersi difendere e poter avere le proprie armi anche in tempo di pace”, sottolinea il vicepresidente dell’Istituto di Ricerca Internazionale Archivio Disarmo.   La situazione però non è uguale in tutto il Paese; essendo una nazione federale, ogni Stato ha un certo grado di autonomia nello stabilire le leggi sulla gestione del possesso delle armi da fuoco.

Nuove regolamentazioni

Il Maine si colloca circa a metà strada fra i vari stati in materia di restrizioni: sebbene ci siano alcune proibizioni per persone con problemi mentali o precedenti giuridici, lo Stato aveva recentemente fatto marcia indietro su una legge per proibire il porto d’armi senza permesso, reintroducendolo nel 2015. Ci sono alcune politiche che sembrano ridurre l’incidenza di incidenti di questo tipo. “Rendere rilevabili la transazioni fra privati, evitare armi a raffica, come i fucili d’assalto, controllare la salute mentale delle persone detentrici di armi – aggiunge Simoncelli - queste potrebbero essere misure importanti per prevenire la violenza”.  Nonostante la volontà di diversi presidenti Usa, di limitare la circolazione di armi fra la popolazione civile, non si è mai riusciti a prendere un provvedimento federale che potesse efficacemente limitare la violenza. “La lobby delle armi, ha molta influenza - conclude Simoncelli – questo affossa quasi sempre ogni proposta federale”

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27 ottobre 2023, 14:50