Medio Oriente, massicci raid di Israele a Khan Younis
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Continuano a concentrarsi su Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, gli attacchi israeliani contro Hamas: qui sarebbe stato trovato anche un tunnel sotterraneo utilizzato dal movimento fondamentalista per tenere gli ostaggi. A nord, invece, le forze di difesa israeliane fanno sapere di aver bombardato un centro di comando di Hezbollah e un sito per il lancio di razzi nel sud del Libano.
L’incontro tra Blinken e Abu Mazen
Sul fronte diplomatico, il segretario di Stato americano Antony Blinken, ha incontrato ieri a Ramallah, in Cisgiordania, il presidente palestinese Abu Mazen. In un punto stampa dal Bahrein, ennesima tappa del suo tour mediorientale, Blinken ha dichiarato che il leader si sarebbe impegnato nel riformare l’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, ma precisando che Gaza è inseparabile dallo Stato palestinese. Abu Mazen ha partecipato anche a un incontro ad Aqaba, sul Mar Rosso, con il re giordano Abdullah II e con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Questi ultimi due, in un comunicato congiunto, hanno auspicato “un’azione decisiva” da parte della comunità internazionale per arrivare a un cessate il fuoco definitivo nella guerra tra Israele e Hamas.
Netanyahu: “Non occuperemo Gaza”
Sulla sorte di Gaza è arrivata anche una dichiarazione del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, affidata a un video diffuso ieri sera: “Israele non ha intenzione di occupare permanentemente Gaza o di sfollare la sua popolazione civile – ha precisato –. Israele sta combattendo i terroristi di Hamas, non la popolazione palestinese”. Da parte sua, Hamas è tornata a ribadire le proprie posizioni, chiedendo la completa cessazione delle ostilità a Gaza: “Se Israele non accetterà queste condizioni, gli ostaggi non torneranno vivi a casa”, ha fatto sapere tramite un portavoce.
Il processo all’Aja contro Israele
Inizierà oggi all’Aja, presso la Corte penale internazionale, il processo contro Israele accusata di “genocidio” nell’istanza avanzata dal Sudafrica il 29 dicembre scorso. In particolare, Pretoria ha chiesto alla Corte di indicare misure provvisorie per “proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese ai sensi della Convenzione sul genocidio”. Israele e il primo ministro Benjamin Netanyahu respingono fermamente le accuse definendole “false”; il Paese, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente israeliano Isaac Herzog, presenterà un caso di “autodifesa” per dimostrare che sta facendo “il massimo in circostanze estremamente complicate” per evitare vittime civili a Gaza.
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