All'Aia il Sudafrica accusa Israele di genocidio, che replica: accuse assurde
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
“Israele ha commesso, sta commettendo e rischia di continuare a commettere atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza". Questa l’accusa con cui il Sudafrica porta Israele sul banco degli imputati del tribunale dell’Aia, la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite. Il caso è stato presentato da Pretoria a fine dicembre ed è sostenuto da diversi Stati. Le accuse riguardano le operazioni militari condotte nella Striscia di Gaza, che violerebbero la Convenzione Onu sul genocidio.
Le prime due udienze
Durante i primi due giorni di udienze, gli avvocati dell’accusa chiederanno ai giudici di imporre a Israele ordini “preliminari vincolanti”, tra cui l'arresto della campagna militare a Gaza. La prima udienza di ieri, giovedì 11 gennaio, ha visto gli avvocati della delegazione sudafricana presentare le loro argomentazioni. In particolare, si legge nelle 84 pagine presentate all'Aia, "gli atti e le omissioni di Israele rivestono carattere di genocidio perché accompagnano l'intento specifico richiesto di distruggere i palestinesi di Gaza, in quanto parte del gruppo nazionale, razziale ed etnico più ampio dei palestinesi". Pretoria accusa inoltre Israele di non aver messo in atto nessuna misura per "prevenire il genocidio, né di perseguire" i responsabili "dell'incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio" come esige la Convenzione.
La reazione di Israele
Immediate le razioni alle accuse del presidente israeliano Herzog, per il quale non esiste nulla "di più atroce e di più assurdo" delle affermazioni del Sudafrica. Si attende oggi la replica di Israele che si appellerà al principio di autodifesa, sostenendo di aver fatto il massimo "in circostanze estremamente complicate" per evitare vittime civili a Gaza. Proprio alla vigilia dell’udienza, il governo di Benjamin Netanyahu ha aperto un sito web per “per mostrare al mondo alcuni dei crimini contro l'umanità commessi da Hamas". “Questo sito – spiega l’ufficio del primo ministro - aiuterà lo Stato di Israele nella sua missione di ricordare al mondo che siamo vittime dell'evento terroristico senza precedenti che abbiamo vissuto".
Sul terreno di guerra continuano gli scontri
Si continua a combattere nelle zone di guerra. Israele ha reso noto che decine di razzi sono partiti dal Libano per colpire il nord del Paese, come riferiscono i media libanesi. Attaccate le località di Jebbine, Mays al Jabal, Tayr Harfa e Hula, nel settore occidentale e centrale della linea di demarcazione tra i due Paesi. Continua invece l’offensiva dell’esercito israeliano su Khan Yunis dove è stato colpito un edificio militare della forza aerea di Hamas.
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