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Soldati israeliani nella Striscia di Gaza Soldati israeliani nella Striscia di Gaza 

Medio Oriente, ancora incerto l'esito dei negoziati per una tregua

Israele e Hamas pongono dei paletti alla proposta di tregua presentata dai mediatori e sfuma la speranza di un cessate il fuoco immediato che dia respiro alla popolazione di Gaza. Nella Striscia, infatti, proseguono senza sosta i combattimenti. Al 116esimo giorno di guerra, l’esercito israeliano sta colpendo sempre di più a Khan Yunis, nel sud della Regione

Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano

La proposta dei mediatori per una tregua nel conflitto in Medio Oriente è stata presentata alle parti, si attende ora una risposta. Hamas ha fatto sapere di aver ricevuto lo schema d'intesa e che una sua delegazione sarà da domani, primo febbraio, a Parigi per discuterla. Tuttavia dei paletti sono stati già posti: la priorità è fermare l'aggressione a Gaza e il completo ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia. Il portavoce di Hamas ha dichiarato che nessun accordo potrà prescindere dal ritorno a casa delle persone "costrette a sfollare dall'occupazione, la revoca dell'assedio e la realizzazione di un serio processo di scambio di prigionieri".

La bozza di accordo di Hamas

Secondo le informazioni circolate, la bozza di accordo prevederebbe tre fasi e il rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi. Nella prima fase sarebbero liberate donne, bambini e anziani israeliani, nella seconda tutti i soldati dello Stato ebraico e nella terza ci sarebbe la restituzione dei cadaveri. La fine della guerra dovrà avvenire per gradi nel corso di queste tre fasi. Fonti arabe parlano dell'inizio del mese di Ramadan, l'11 marzo, come una data possibile per la fine dei combattimenti.

La risposta di Israele

Il ministro della Sicurezza di Israele, Itamar Ben Gvir, giudica la proposta di tregua “irresponsabile”, anche perchè porterebbe alla “spaccatura del governo”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha poi avvertito che non ritirerà l’esercito da Gaza, e non libererà migliaia di detenuti palestinesi. Le dichiarazioni sono arrivate dopo che l'ufficio del premier aveva diffuso la notizia in cui non negava di aver accettato l'accordo di massima, ma sottolineava che "le notizie sull'accordo sono incorrette e comprendono condizioni non accettabili da Israele". Parlando agli studenti dell'accademia pre-militare Bnei David a Eli, ha poi proseguito dicendo che non metterà fine a questa guerra a meno che non si raggiungano tutti i suoi obiettivi, questo significa l'eliminazione di Hamas, il ritorno a casa di tutti gli ostaggi e la promessa che Gaza non sarà più una minaccia per Israele".

Sul terreno di guerra

Ieri Tel Aviv ha dichiarato che in un blitz con suoi militari travestiti da medici e donne all'ospedale di Jenin, in Cisgiordania, sono stati “uccisi tre terroristi” che si nascondevano nella struttura. “Un crimine vile che non sarà senza risposta”, è stata la reazione di Hamas. Poche ore fa un missile antinave lanciato dagli houthi yemeniti verso il Mar Rosso è stato abbattuto dalle forze armate statunitensi. “Non voglio un allargamento del conflitto in Medio Oriente”, ha intanto dichiarato il presidente americano Joe Biden, ma ha garantito che risponderà all’attacco di droni nella base in Giordania, nel quale sono morti tre militari statunitensi. Mentre le milizie irachene Hezbollah, legate all’Iran sospendono gli attacchi contro gli Usa.

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31 gennaio 2024, 11:55