In gol per la salute mentale, al via la Dream Euro Cup 2024
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
L’Inno alla gioia di Beethoven accoglie gli atleti in campo, tra gli applausi del pubblico sugli spalti e gli obiettivi dei fotografi che scandiscono con il loro scatto l’ingresso dei giocatori. Le 12 nazionali provenienti da tutta Europa si schierano per la presentazione, poi lentamente escono dal rettangolo di gioco, lasciando al centro del campo le squadre di Italia e Norvegia, le due selezioni che si sfidano nella prima gara dell’Europeo. Spazio agli inni, poi il fischio d’inizio. In campo, però, non ci sono il centravanti norvegese Haaland o il portiere italiano Donnarumma; a brillare con il loro entusiasmo e la loro qualità sono i ragazzi che partecipano alla Dream Euro Cup, il primo Campionato europeo di Futsal con protagoniste persone affette da patologie psichiatriche. Un evento culturale e sportivo dedicato a ragazzi con disturbi mentali, vittime di stigmatizzazione e discriminazione sociale, che dal 23 al 27 settembre prossimi è ospitato al PalaTiziano di Roma, inserito nella Settimana Europea dello Sport 2024.
Movimento in crescita
Il tabellino della prima partita del torneo segnerà un abbondante 8-0 per la squadra italiana, ma a vincere in questa giornata di esordio sono tutti gli atleti coinvolti in un progetto che ha le sue radici nella visione del medico psichiatra Santo Rullo, che da oltre trent’anni si batte per ribadire l’importanza dello sport nei trattamenti di riabilitazione psichiatrica. “Nei primi anni 2000 decidemmo, insieme ad alcuni operatori della salute mentale, di dare a quelle attività sportive che facevamo soltanto in forma ludica anche una veste da un lato agonistica e dall’altro scientifica. A distanza di 24 anni, la letteratura internazionale parla dell’esercizio fisico come una delle opzioni fondamentali per la prevenzione, il trattamento e la riabilitazione dai disturbi psichici”, racconta il professor Rullo. Grazie al suo lavoro, nel 2016 nasce Crazy for Football, la Nazionale italiana calcio a 5 di persone con problemi di salute mentale, associazione che riceve fin da subito il sostegno della Figc.
L’importanza dello sport
Il progetto Crazy for Football, negli anni, è cresciuto, arrivando a organizzare piccoli tornei regionali, poi nazionali, infine i Mondiali e adesso un Europeo. “Noi non sostituiamo i farmaci che le persone con gravi problemi di salute mentale devono assumere - spiega Rullo - L’esercizio fisico può essere il farmaco per la prevenzione di tutte le malattie mentali, la depressione, l’ansia, i disturbi psicotici. Lo sport è una medicina per tutti”. Anche se permangono, secondo il professor Rullo, alcune lacune da colmare nella società: “Purtroppo, ancora oggi, i servizi di assistenza psichiatrica vengono definiti a ‘macchia di leopardo’, non si riesce ad avere le risorse, oltre che economiche, culturali”. Sulla stessa linea il commissario tecnico della nazionale Crazy for Football, Enrico Zanchini: “Questo è uno dei progetti più importanti di calcio sociale, è un modello per tutte le nazioni europee. Il messaggio che diamo va contro uno stigma che è ancora presente nella società e nel mondo dello sport, a fronte di una diffusione dei problemi di salute mentale che è sempre più vasta e precoce”. Una sfida continua, dunque, sia dentro che fuori dal campo: “Puntiamo ad alzare sempre di più il livello tecnico, ad arrivare a obiettivi sempre più ambiziosi, ma soprattutto ad aprire una breccia nel mondo che noi chiamiamo ironicamente dei ‘presunti sani’, per far capire che questi problemi riguardano tutti”.
Una nuova avventura
Ma la vera forza del progetto sta nella voglia di mettersi in gioco, con il pallone e senza, dei tanti ragazzi e ragazze che ruotano attorno all’orbita di Crazy for Football. “Per me è una avventura nuova ogni giorno che mi aiuta a socializzare e a unirmi a un gruppo affiatato da anni”. Christian Maoddi racconta così il suo percorso all’interno della Nazionale, lui che ha fatto parte della selezione che vinse il Mondiale in Giappone nel 2018 e che oggi collabora con lo staff tecnico. Sulle note di ‘Live is Life’ degli Opus, Christian si esibisce nel pre partita in un freestyle con il pallone, rievocando immediatamente i famosi palleggi di Maradona durante il riscaldamento di Bayern Monaco-Napoli del 1989. “Sono sempre stato appassionato di calcio, poi mi hanno fatto scoprire il futsal. Entrare in Nazionale mi ha permesso di conoscere tante persone e unirmi a loro, cosa che non riuscivo a fare prima. Per me questa è una nuova vita: prima abitavo nel mio mondo, ero isolato, avevo bisogno di stare insieme agli altri. Ora sto bene, lo sport mi aiuta a superare quelle barriere che prima mi impedivano di vivere”.
Una vita sana
Per Alberto Barbasan Ballotta, invece, questo è il primo torneo importante della sua carriera. In campo gioca in difesa, aggredendo gli avversari per recuperare la palla; fuori dal campo l’esperienza con Crazy for Football gli ha permesso di aggredire la vita, dopo anni passati in comunità a causa dei suoi problemi. “Lo sport è una attività fondamentale per riuscire ad avere una vita sana e un benessere. Da appassionato di calcio e di futsal, questo è un fattore che mi accompagna quitidianamente e mi aiuta a mantenermi motivato per stare al meglio”. Per Alberto, questa iniziativa è “un’opportunità enorme per conoscere nuove persone e condividere esperienze”, ma non dimentica il lato prettamente sportivo: “Ci divertiamo, è bello, ma l’obiettivo è anche vincere la coppa e fare bel calcio”.
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