Siria, presa d’assedio dai jihadisti la città di Aleppo
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Palazzi istituzionali, quartieri residenziali e villaggi. Il controllo dei jihadisti dell’Hayat Tahrir al-Sham e delle fazioni alleate si estende ormai su gran parte della cruciale città siriana di Aleppo e dei suoi dintorni, dopo un’avanzata lampo contro l’esercito governativo che, secondo fonti locali, si sarebbe ritirato senza combattere. Simbolo visibile della conquista della città, annunciata dai ribelli siriani, la bandiera della “Siria libera” issata, secondo quanto riportato dalla testata web "Middle East Eye", sulla cittadella storica di Aleppo e sulla Moschea degli Omayyadi, simboli chiave dell'area urbana.
L’offensiva della Russia
Obiettivo dei miliziani, stando a quanto riferito da Al Jazeera, mettere in sicurezza militarmente Aleppo per poi annunciarne la liberazione. La Russia, principale alleata di Bashar al-Assad, accusa dell’escalation di tensione le fazioni filo-turche che appoggiano i ribelli e ha annunciato di aver lanciato una vasta offensiva contro i militanti, colpendo le loro basi strategiche, che ha provocato questa mattina quattro vittime; un’operazione con cui Mosca, secondo quanto riferito dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria, torna a colpire la zona dopo otto anni dalle sue ultime azioni militari nell’area. Secondo lo stesso Osservatorio sono stati almeno 250 i morti in due giorni, fra cui donne e bambini e decine di migliaia le persone in fuga.
Il duro colpo ad Assad
L’inarrestabile avanza dei jihadisti su Aleppo, viene considerata un colpo significativo per il governo di al-Assad, che negli ultimi anni aveva consolidato il controllo sulla città, stabilizzando le tensioni nell’area. In questo nuovo scenario, la Russia non sarebbe riuscita a fermare l'avanzata ribelle anche a causa, secondo gli analisti, del trasferimento di risorse militari verso il fronte ucraino.
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