La distruzione della guerra in Libano La distruzione della guerra in Libano 

Dura offensiva di Israele su Libano e Gaza. Diplomazia al lavoro

Sempre più intensi i raid israeliani sul territorio libanese e nella Striscia di Gaza con decine di morti nelle ultime ore. Intanto, si muove la comunità internazionale per la promozione di una tregua in tutta la regione. Piccoli passi avanti sono stati segnalati sul fronte della diplomazia degli Stati Uniti, a seguito della proposta per un cessate il fuoco nel Paese di cedri

Paola Simonetti – Città del Vaticano

L’intensa offensiva israeliana continua a mietere vittime. Gli attacchi contro Hezbollah in Libano hanno colpito, nelle scorse ore, la località di Sarafand nel sud del paese, dove ha provocato, secondo quanto reso noto dall’esercito libanese, la morte di tre soldati locali; ferite invece 10 persone in un altro attacco contro un posto di blocco. La milizia sciita libanese dal canto suo ha annunciato di aver lanciato "missili guidati" contro soldati israeliani che effettuavano operazioni di sgombero vicino al confine; già nella mattinata di ieri i razzi di Hezbollah avevano preso di mira la base della missione di interposizione delle Nazioni Unite, Unifil, nel sud del Libano nella zona di Shama. Danni che si aggiungono, ha precisato l’esercito israeliano, “a un altro lancio effettuato dall'organizzazione terroristica sull’avamposto Unifil nella zona di Ramiyeh, nel sud del Libano".

L’attacco su Gaza

Le operazioni militari israeliane non allentano la morsa neppure su Gaza. E' di almeno 18 palestinesi morti il bilancio che arriva questa mattina dalla Striscia, secondo quanto riportato dalla tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti mediche e parla di operazioni effettuate dall'alba di oggi, precisando che 13 persone sono rimaste uccise nel nord dell'enclave palestinese. In precedenza la stessa emittente aveva dato notizia della morte di 12 persone in un raid israeliano contro un'abitazione a Jabalya, nel nord della Striscia. Nelle scorse ore già l'agenzia di stampa palestinese Wafa, aveva segnalato nove vittime palestinesi provocate ieri da due attacchi aerei rispettivamente nella città settentrionale di Beit Lahiya e su Al-Sabra a sud-ovest di Gaza, mirando, secondo quanto riferito, contro una squadra della Protezione civile proprio mentre un gruppo di soccorritori stava lavorando nella zona. 

L'urgenza di un cessate il fuoco a largo raggio 

Intanto, il cammino diplomatico per fermare le operazioni militari sul campo libanese, registra progressi, stando a quanto comunicato dal portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un briefing alla stampa, dopo la proposta degli stessi Stati Uniti per un cessate il fuoco, accettata per ora da Libano e Hezbollah, ma non da Israele. “Un accordo per porre fine al conflitto lungo il confine tra Israele e Libano – ha precisato Miller- è a portata di mano, anche se per finalizzarlo – ha aggiunto- servirà una approvazione definitiva da parte dei governi di entrambi i Paesi”. Un terreno delicato, sul quale tenterà la carta del colloquio diretto l'inviato dell'amministrazione statunitense Biden, Amos Hochstein che, secondo quanto riferito da media locali, domani, giovedì 21 novembre, incontrerà probabilmente i leader israeliani per discutere proprio del raggiungimento di un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano. 

locali. Sul fronte della Striscia di Gaza il rappresentante permanente dell'Egitto presso le Nazioni Unite, l'ambasciatore Osama Abdel Khalek, intervenendo ieri sera a una sessione del Consiglio di sicurezza, ha affermato che quest'ultimo "Non è stato capace di fermare la politica israeliana contro i civili palestinesi che prosegue da oltre un anno. E' giunto il momento di porre fine aquesta guerra feroce". Il diplomatico egiziano ha esortato il Consiglio di sicurezza ad adottare una risoluzione per un cessate il fuoco immediato, che consenta l'apertura di tutti i valichi verso la Striscia per permettere agli aiuti di entrare senza ostacoli e consenta alle agenzie umanitarie, in particolare all'Unrwa, di svolgere il loro ruolo di soccorso e umanitario".

Il diplomatico ha poi aggiunto anche la richiesta di un'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite "per impedire lo sfollamento o qualsiasi cambiamento demografico o geografico nella Striscia di Gaza". L'ambasciatore egiziano ha posto anche la necessità di imporre un divieto all'esportazione di armi e munizioni verso Israele. 

Per promuovere la tregua si muove anche l'Europa. Fitto infatti il calendario di visite nell'area per l'Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza UE, Josep Borrell, nell'ambito di un tour di quattro giorni nella regione in corso fino al 24 novembre, nel quale sta incontrando leaders di governo e militari libanesi, palestinesi e rappresentati delle Nazioni Unite "sullo sfondo della situazione catastrofica a Gaza e dell'escalation militare in Libano - si legge in un comunicato stampa UE-. Sara' l'occasione per continuare a discutere con i partner della regione un possibile percorso verso un cessate il fuoco duraturo a Gaza - prosegue il comunicato - e in Libano, e un processo a più lungo termine basato sulla soluzione dei due Stati".  

Netanyahu: “Hamas non governerà più”

Sullo sfondo le dichiarazioni del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che visitando il corridoio Netzarim a Gaza, ha dichiarato, secondo quanto riportato dalla testata Times of Israel, che l’esercito ha "raggiunto risultati eccellenti verso il nostro importante obiettivo: che Hamas non governi a Gaza. Stiamo distruggendo le sue capacità militari in modo molto impressionante e stiamo passando alle sue capacità di governo. Hamas non sarà più a Gaza". Il primo ministro israeliano ha anche ribadito la sua offerta di fornire 5 milioni di dollari a chiunque consegni un ostaggio a Israele: "La scelta è nelle vostre mani, ma il risultato sarà lo stesso – ha dichiarato Netanyahu- Riporteremo tutti a casa". Ha poi affermato, riferisce ancora il Times of Israel, che Israele sta facendo tutto il possibile per riportare a casa i suoi ostaggi, "e non molleremo. Continueremo a farlo finché non raggiungeremo tutti, sia i vivi che i morti".

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20 novembre 2024, 09:22