Telefonata Trump-Zelensky, il 23 marzo la ripresa dei colloqui
Roberta Barbi – Città del Vaticano
È un bilancio sostanzialmente positivo quello della lunga telefonata di ieri tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, che ha fatto seguito ad un’altra attesissima telefonata, quella fra Trump e il presidente russo Vladimir Putin, avvenuta il giorno prima. Zelensky ha dichiarato di non aver subito pressioni dagli Usa sul tema delle concessioni a Mosca e di aver discusso di un possibile coinvolgimento americano nelle riparazioni della centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto il controllo russo.
I temi del colloquio
Fra i temi affrontati nella telefonata tra i due, è emersa quella che potrebbe essere interpretata come una parziale riapertura da parte di Trump sulle forniture di armi all’Ucraina, essendosi impegnato ad aiutare Kyiv a ottenere nuovi sistemi di difesa aerea, in particolare il sistema Patriot, anche se non direttamente dalle riserve del Pentagono, mentre sembra sospeso l’accordo sulle terre rare. Trump, tuttavia, si è proposto di contribuire alla sicurezza ucraina controllando le centrali elettriche e nucleari del Paese; infine si è parlato anche del tema dei bambini ucraini rapiti e portati in Russia: un tema che sta molto a cuore al presidente Zelensky che si è anche impegnato a porre fine agli attacchi all’energia e ad altre infrastrutture civili, come chiesto nella proposta russa di tregua parziale.
L’appello dell’Onu a una pace giusta e duratura
Domenica, in Arabia Saudita, riprenderanno i colloqui sulla proposta di tregua parziale e sullo scambio di prigionieri tra Mosca e Kyiv che comunque non hanno smesso di accusarsi a vicenda per attacchi ad obiettivi strategici. Dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres l’appello che “il cessate il fuoco parziale apra la strada a una pace giusta che rispetti l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.
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