Dantedì, nasce "CoDA" la prima banca dati digitale dei commenti danteschi
Eugenio Murrali - Città del Vaticano
"In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino", scriveva Papa Francesco in Candor lucis aeternae in occasione del Dantedì di quattro anni fa, nel 2021, settecentenario dalla morte del poeta. Chi voglia comprendere sempre più le opere dantesche da oggi ha un nuovo strumento: il CoDA, Corpus dei commenti danteschi antichi.
Il Corpus CoDA
Vittorio Celotto, professore associato dell'Università Federico II di Napoli, intervistato da Vatican News, descrive così il CoDA: "È di fatto la prima banca dati costruita in Italia che raccoglie i commenti antichi alla Commedia, scritti sia in latino che in volgare a partire dai primissimi anni di circolazione manoscritta dell'opera di Dante sino alla fine del Quattrocento". Il lavoro, durato un anno e mezzo, ha visto impegnati, oltre a Celotto, altri studiosi, come Luca Fiorentini per Sapienza Università di Roma e Zeno Verlato, Cristiano Lorenzi Biondi e Diego Dotti per CNR-OVI. Tutti i testi presenti nel repertorio sono corredati da schede bibliografiche raccolte nella prima Bibliografia dei commenti danteschi, la BCD. Il CoDA al momento raccoglie 67 testi, 4.975.798 occorrenze lessicali e 171.948 forme grafiche.
Un genere a sé
Da circa vent'anni i commenti danteschi antichi suscitano un nuovo interesse. Sono importanti, infatti, non solo per l'esegesi della Commedia, ma anche per i materiali di teoria letteraria medievale. Tali analisi sono, di per sé, un utile repertorio testuale e linguistico delle origini. Precisa Celotto: "Questi commenti si servono di testi e generi dei più diversi: dalla poesia, alla cronaca, alla storia, alle fonti letterarie classiche latine, alla trattatistica patristica, filosofica. Sono veramente dei serbatoi della cultura medioevale italiana".
"Metaforizzare"
"Il CoDA è finalizzato soprattutto a ricerche di carattere lessicografico. Gli studiosi e le studiose, così come la comunità delle lettrici e dei lettori di Dante, potranno interrogarlo attraverso una serie di criteri per analizzare parole e forme in un'organizzazione comparativa che mette insieme i risultati provenienti da diversi commenti, in modo che l'utente possa avere risultati che poggiano su questo straordinario serbatoio linguistico e culturale". Per testare il CoDa, i dantisti coinvolti nel progetto hanno realizzato alcuni tentativi di ricerca lessicografica. Ad esempio, hanno preso a campione il termine "metaforizzare", cioè "produrre metafore", e hanno potuto verificare che, nei commenti danteschi, il vocabolo è utilzzato in maniera via via crescente dall'Inferno fino al Paradiso, un indizio interessante sugli strumenti messi in campo dal poeta.
La Commedia simbolo dell'anelito per la pace
Paolo VI nel 1965, a 700 anni dalla nascita del poeta, scrisse il motu proprio intitolato Altissimi cantus, con il quale non solo istitutì una cattedra dantesca presso l'università cattolica del Sacro Cuore di Milano al fine di formare le nuove generazioni, ma mostrò come l'opera fosse un grande simbolo della ricerca umana della pace: "Poema della pace è la Divina Commedia: lugubre canto della pace per sempre perduta è l'Inferno, dolce canto della pace sperata è il Purgatorio, trionfale epinicio di pace eternamente e pienamente posseduta è il Paradiso". Oggi il poeta "profeta di speranza" e il "poema della pace" trovano nel CoDA uno strumento in più, accessibile e ricco, che permetterà a molti di accedere ancor più alle profondità e alle altezze delle tre cantiche, offrendo nuove e più complete letture di questo inesauribile capolavoro.
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