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Civili palestinesi fra le macerie di Gaza Civili palestinesi fra le macerie di Gaza   (AFP or licensors)

Nuovi bombardamenti israeliani su Gaza, almeno 23 i morti

L'offensiva dell’esercito israeliano ha colpito anche in Siria e Libano e nell'enclave palestinese arrivano nuovi ordini di evacuazione in vista di un allagamento delle operazioni militari. Ieri il ferimento e l’arresto in Cisgiordania del regista palestinese premio Oscar, Hamdan Ballal

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Senza sosta l’avanzata delle forze israeliane a Gaza, a nord ovest di Rafah dove in precedenza era stata individuata l'"area umanitaria” e nelle zone orientali del campo di Jabalia, in cui l’esercito ha emesso un ordine di evacuazione alla popolazione. Hamas, dal canto suo, denuncia che la ripresa degli attacchi sulla Striscia ha già provocato 700 vittime tra cui almeno 400 fra donne e bambini; 23 i morti solo nelle ultimissime ore. E ieri, lunedì 24 marzo, coloni israeliani in Cisgiordania hanno aggredito e ferito il regista e attivista palestinese, Hamdan Ballal, creatore del film-documentario premio Oscar sulla questione mediorientale “No other land”. Dopo il tentativo di soccorso da parte di un’ambulanza, Ballal è stato arrestato dai militari israeliani insieme ad altri due palestinesi.

Il piano per nuovi negoziati 

Sullo sfondo una ennesima proposta dell’Egitto per un cessate il fuoco nell’area, che prevedrebbe il rilascio di cinque ostaggi israeliani a settimana in cambio di un graduale ritiro di Israele dalla Striscia, un’intesa attuabile a patto che, avrebbe sottolineato Il Cairo, siano assicurate le garanzie statunitensi per l'accordo. Un piano questo che, tuttavia, Israele afferma di non aver mai ricevuto. Prima di formalizzare qualunque proposta, intanto il ministro degli Affari esteri egiziano, Badr Abdelatty, e l'inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, hanno avuto una conversazione telefonica sugli sviluppi nella Striscia di Gaza.

Israele e i provvedimenti di sfollamento  

Sui tavoli del gabinetto di sicurezza israeliano, intanto, sarebbe passata  l’approvazione di una proposta del ministro della Difesa, Israel Katz, che mira a istituire un’agenzia governativa per supervisionare lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza verso paesi terzi, sulla scia del piano del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Stando a quanto reso noto dal “Times of Israel”, che cita il ministero della Difesa israeliano, l’agenzia avrebbe il compito di supervisionare il movimento della popolazione di Gaza “per la loro partenza volontaria verso paesi terzi, inclusa la messa in sicurezza, la definizione di percorsi, il controllo dei pedoni agli attraversamenti designati nella Striscia, nonché il coordinamento della fornitura di infrastrutture che consentiranno il passaggio via terra, mare e aria verso i paesi di destinazione”. Un' iniziativa, questa, fortemente condannata dall’Egitto, che in un comunicato del ministero degli Esteri, sottolinea come non ci sia  alcuna base per la cosiddetta “partenza volontaria” e che qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese sarebbe un crimine e una violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale". Il Cairo ha poi invitato la comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza ad adottare "una posizione ferma nei confronti di queste continue violazioni israeliane".

L’Onu allenta le sue operazioni 

In seguito all'uccisione di un membro del personale Onu nella Striscia di Gaza e al ferimento di altri 5 dipendenti, le Nazioni Unite hanno annunciato una ulteriore riduzione della propria presenza nell'area. Una decisione sofferta stando a quanto riferito dall’Onu, che sottolinea come le esigenze umanitarie siano in drammatico aumento.  

L'escalation nell'area 

Sempre più incandescente anche il fronte della Siria, dove proseguono i raid aerei israeliani. L'aviazione ha infatti reso noto questa mattina di aver colpito due basi militari nella parte centrale del paese, le stesse che aveva già preso di mira venerdì, precisando che  "Israele continuerà ad agire per rimuovere qualsiasi minaccia ai cittadini israeliani". Non si fermano gli attacchi israeliani anche nel sud del Libano. 

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