Stati Uniti, annunciata per il primo luglio la chiusura definitiva di Usaid
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
L'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato, con una nota inviata al Congresso, di aver avviato l'iter per la chiusura definitiva dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, l’USAID. Alcune funzioni dell’agenzia saranno assunte dal Dipartimento di Stato entro il primo luglio, mentre altre, giudicate non in linea con gli obiettivi del governo americano, saranno abbandonate. “L’Usaid si è allontanata dalla sua missione originale molto tempo fa", ha affermato il Segretario di Stato Mark Rubio, “di conseguenza, i guadagni sono stati troppo pochi e i costi troppo alti”. “Grazie al Presidente Trump”, ha sottolineato, “questa èra fuorviante e fiscalmente irresponsabile è ormai finita”. La decisione arriva a 90 giorni dall’ordine esecutivo di Trump, cui erano seguiti già dei tagli ai programmi e al personale, con ripercussioni sull’intero sistema di cooperazione internazionale.
Un taglio di quasi 30 miliardi di dollari
Prima della sua chiusura, infatti, Usaid gestiva un bilancio annuo di circa 43 miliardi di dollari, rappresentando oltre il 40% degli aiuti umanitari globali. In queste settimane sono stati chiusi di fatto 5200 progetti – mille quelli rimasti attivi – con un taglio stimato di quasi 30 miliardi di dollari. Gianpaolo Silvestri, segretario generale della Fondazione AVSI, in un’intervista ai media vaticani, ha spiegato che la Fondazione ha dovuto chiudere 12 progetti già avviati, dei quali solo 2 sono potuti successivamente ripartire: uno in Brasile e un altro ad Haiti: “Per noi USAID aveva un peso di circa 17 milioni di euro, circa il 15% del nostro bilancio, un impatto molto forte”, ha sottolineato Silvestri.
I settori maggiormente colpiti
A soffrire maggiormente per il taglio degli aiuti saranno certamente le strutture sanitarie, in particolare gli ospedali, che forniscono farmaci antiretrovirali: “Le scorte stanno finendo e dalle prossime settimane non ci saranno più farmaci per le persone malate di HIV”, ha commentato il segretario di AVSI. Penalizzata sarà anche l'educazione: “Milioni di bambini non potranno più andare a scuola, non saranno garantite l’assistenza alimentare e le attività in grado di rendere le persone autosufficienti. In tutti gli ambiti l'impatto è stato forte”, ha sottolineato.
Le contromisure
Non sarà semplice colmare il vuoto economico provocato dal taglio alla cooperazione internazionale messo in campo dagli Stati Uniti, e saranno necessarie delle contromisure per non lasciare le popolazioni in emergenza. "Da una parte stiamo facendo una campagna di raccolta fondi presso donatori privati per continuare a sostenere alcune attività dei progetti e dall'altra stiamo cercando di capire quali altri donatori possono aggiungersi nei diversi Paesi. Il peso dell’uscita di USAID è molto forte, per cui non ci sarà nessuno che lo sostituirà in toto” ha sottolineato ancora Silvestri. “I soldi per la cooperazione sono spesi bene, sono soldi impiegati per il nostro futuro. Dobbiamo interrogarci su come renderli più efficaci e più efficienti, per far sì che ancora di più questi popoli possano crescere e svilupparsi", ha concluso Silvestri.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui