Papa: preghiamo per terra martoriata di Siria e Medio Oriente - VIDEO
Giada Aquilino – Città del Vaticano
È costante il pensiero del Papa per la Siria, la Terra Santa e il Medio Oriente. Dopo l’appello di domenica all’Angelus, anche nei saluti di oggi al termine dell’udienza generale Francesco è tornato a pregare per quella che non ha esitato a definire una “terra martoriata”.
La preghiera per i fratelli in guerra e i cristiani perseguitati
“Dobbiamo pregare per questi fratelli, che sono in guerra”, ha detto a braccio dopo i saluti in lingua araba, esortando a farlo anche per i “cristiani perseguitati”, spinti ad andar “via da quella terra”.
Guerra intensificata
Alla preghiera mariana di domenica, il Pontefice aveva osservato come dopo sette anni di conflitto la guerra si sia ora “intensificata”, specialmente del Ghouta orientale, levando un accorato appello per la fine delle violenze.
La tregua
Nella zona, dopo la mobilitazione internazionale delle ultime ore, è in corso una “pausa umanitaria” che dovrebbe consentire ai civili di lasciare l’area dei combattimenti, ma sono già segnalate violazioni.
La testimonianza di padre Ibrahim
“Non è una sorpresa che il Santo Padre si ricordi di noi in modo particolare, che nomini proprio gli abitanti della Siria e della regione della Terra Santa. Per come vediamo la situazione qui, si tratta veramente di una ‘guerra mondiale a pezzi’, come Papa Francesco l’ha definita”, spiega padre Ibrahim Alsabagh, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco della comunità latina di Aleppo. Ciò che si vede, spiega, è “la presenza di tanti eserciti con un ricorso agli armamenti impressionante e, in mezzo a questa crisi che dura da più di sette anni, la gente è totalmente stremata”. “In modo particolare per quanto riguarda la comunità cristiana, in tutto il Medio Oriente c’è il rischio poi di non trovarsi più qui tra alcuni anni”, osserva il francescano.
L’emergenza per la popolazione
“La guerra purtroppo - constata il parroco di Aleppo - continua in diverse zone della Siria, in modo particolare a Damasco, attorno a Damasco e anche nel nord; e la situazione in cui vive la gente è molto precaria: i prezzi sono alti, non si trova lavoro e non si riesce neanche a sfamare i bambini”. A proposito delle notizie che giungono dal Ghouta orientale, le “diverse parti si scambiano accuse, ogni gruppo accusa gli altri di aver infranto la tregua”, riferisce padre Ibrahim. Ma il Papa, conclude, “è stato molto chiaro e preciso, chiamando tutti a fermare le armi e a non rispondere al male con il male”.
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