Papa a "Missione Shahbaz Bhatti": vicini ai cristiani e alle minoranze vittime di violenze
Debora Donnini – Città del Vaticano
Andate avanti per assicurare assistenza “alle vittime di false accuse” e per realizzare “segni concreti di lotta alla povertà e alle moderne schiavitù”. È l’incoraggiamento che Papa Francesco rivolge stamani ai circa 33 membri dell’Associazione "Missione Shahbaz Bhatti", che si dedica al servizio di chi subisce discriminazione religiosa e violenza in Pakistan, assistendo appunto anche le vittime di false accuse. Bisogna farlo con lo stile evangelico, che unisce fermezza e mitezza, ricorda il Papa.
A guidare l’Associazione Paul Bhatti che ha rivolto il saluto iniziale. Paul Bhatti sta proseguendo la missione del fratello Shahbaz, ministro federale delle Minoranze Religiose in Pakistan, ucciso per mano di estremisti nel 2011. A costargli la vita fu proprio la difesa di Asia Bibi e delle minoranze perseguitate e il suo impegno contro la legge sulla blasfemia. A lui rende omaggio Papa Francesco rallegrandosi che il suo sacrificio stia portando frutti di speranza.
Auspico che, sostenuti dalla preghiera e dalla solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la vostra azione in tutte le zone del Pakistan dove i cristiani e le altre minoranze sono più presenti e, purtroppo, anche discriminati e fatti oggetto di soprusi e violenze. Possa il vostro segno distintivo essere sempre quello che brilla nella testimonianza di Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del nostro tempo, vale a dire la fede umile e coraggiosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere amore dove c’è odio.
Il Papa pensa al Pakistan
“Uno dei frutti della sofferenza dei cristiani” è proprio il moltiplicarsi di associazioni “come la vostra” - nota il Papa - che “gettano ponti di fraternità”, superando le differenze di cultura e a volte anche di religione. Ponti di fraternità tra le stesse Chiese chiamate sempre più a camminare insieme nel servizio alla pace e anche di dialogo con altri credenti per favorire rapporti di rispetto e fiducia reciproca. Un appello alla solidarietà che tra l’altro ha trovato una risposta generosa in Italia, specialmente nel Triveneto, coinvolgendo Pastori e comunità, di cui il Papa si dice felice e riconoscente. Papa Francesco conclude chiedendo di dire “alle persone che incontrate” che il Papa pensa al Pakistan.
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