Papa Francesco e gli incontri con le vittime di abusi
Alessandro Gisotti – Città del Vaticano
“Bisogna ascoltare che cosa prova un abusato o un’abusata!”. Papa Francesco lo sottolinea con forza nel dialogo con la comunità dei gesuiti cileni, incontrati martedì 16 gennaio 2018, nel Centro Hurtado di Santiago. Un impegno che, sulle orme del suo predecessore Benedetto XVI – che ha incontrato gruppi di vittime di abusi negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Malta, Australia, Germania – assume in prima persona fin dall’inizio del suo Pontificato. Il 7 luglio del 2014, Francesco celebra la Messa mattutina a Casa Santa Marta con alcune vittime di abusi da parte di esponenti del clero. All’inizio dell’omelia, il Papa chiede “la grazia che la Chiesa pianga e ripari per i suoi figli e figlie che hanno tradito la loro missione, che hanno abusato persone innocenti con i loro abusi. E io oggi sono grato a voi per essere venuti qui”.
L’incontro con le vittime negli Stati Uniti
Domenica 27 settembre 2015, a Philadelphia, Francesco incontra un gruppo di vittime di abusi da parte di membri del clero degli Stati Uniti. “Le vittime di abuso – afferma poco dopo parlando ai vescovi di tutto il mondo riuniti in occasione dell’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie – sono diventate autentici araldi di speranza e ministri di misericordia; umilmente dobbiamo a ciascuno di loro e alle loro famiglie la nostra gratitudine per il loro immenso valore nel far brillare la luce di Cristo sopra il male dell’abuso sessuale dei minori”. Come con Benedetto XVI, gli incontri avvengono sempre in forma strettamente privata per rispettare il dolore e preservare la privacy delle vittime.
La prefazione al libro di Daniel Pittet
Francesco scrive anche la prefazione del libro “La perdono, padre” del bibliotecario svizzero Daniel Pittet (edito nel 2017), che da ragazzo è stato vittima di abusi da parte di un religioso per quattro anni. Ancora una volta, il Papa sottolinea quanto sia importante incontrare i sopravvissuti agli abusi. “Ringrazio Daniel – si legge nella prefazione – perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa. Aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione”.
Assieme alle vittime di abuso del Cile
Il 16 gennaio 2018, nella nunziatura di Santiago del Cile, Francesco incontra un gruppo di vittime di abusi, prega e piange con loro. Tre mesi dopo, il 27 aprile 2018, riceve a Casa Santa Marta un altro gruppo di vittime di abusi commessi in Cile. “La volontà del Pontefice – informa una nota della Sala Stampa Vaticana – è lasciare che gli ospiti parlino tutto il tempo necessario, in modo che non ci siano orari fissi o contenuti prestabiliti”. A questo incontro ne seguirà un altro sempre con vittime cilene dall’1 al 3 giugno 2018. Quindi, a Dublino, il 25 agosto incontra un gruppo di vittime di abusi commessi da membri del clero irlandese. “Credo – afferma il Papa nella conferenza stampa sul volo di ritorno a Roma – che fosse necessario fare questo ascolto di quelle otto persone; e da questa riunione è uscita la proposta – che ho fatto io, e loro l’hanno accettata e mi hanno aiutato a realizzarla – di chiedere perdono oggi nella Messa”.
A Casa Santa Marta ascoltando il dolore delle vittime
Oltre a queste occasioni rese note, ci sono anche incontri con le vittime di cui non si ha notizia. “Di venerdì, a volte lo si sa e a volte non lo si sa – afferma proprio Francesco nel citato dialogo con i gesuiti cileni – mi incontro abitualmente con alcuni di loro”. Un’esperienza la cui eco possiamo ascoltare nella “Lettera al Popolo di Dio” (20 agosto 2018) laddove Francesco afferma che “il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere”, un “grido che il Signore ha ascoltato facendoci vedere, ancora una volta, da che parte vuole stare".
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