Papa: lo sport insegna a non scoraggiarsi, a ricominciare con determinazione
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Lo sport, quando non è inquinato dal “prestigio” e dal “profitto”, permette di coniugare “fortezza d’animo e determinazione nel raggiungere la vittoria”, coltivando “uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro”. Con queste parole Papa Francesco accoglie nella sala Clementina i partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea. (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Costanza, sacrificio e rinuncia
Nel discorso, a tutti i presenti, compresi i membri della Confederazione africana di ciclismo, il Pontefice ricorda la “lunga storia” del “rapporto tra Chiesa e sport”, esaltando il ruolo che l’attività sportiva può avere nella “crescita umana di ogni persona”. Lo sport, infatti, “stimola a dare il meglio di sé, in vista del raggiungimento di una determinata meta”, ed “educa alla costanza, al sacrificio e alla rinuncia”.
La pratica di uno sport poi insegna a non scoraggiarsi e a ricominciare con determinazione, dopo una sconfitta o dopo un infortunio. Non di rado diventa l’occasione per esprimere con entusiasmo la gioia di vivere e la giusta soddisfazione per aver raggiunto un traguardo.
Aiutare chi rimane indietro
Nel ciclismo, in modo particolare, si può apprezzare lo “spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”.
Il ciclismo, in particolare, è uno degli sport, che mette maggiormente in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica - nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio - nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra.
Gli atleti, dunque, hanno la “straordinaria possibilità” di trasmettere, “soprattutto ai giovani”, “i valori positivi della vita e il desiderio di spenderla per obiettivi alti e nobili”.
Sport e fattori di inquinamento
Papa Bergoglio non manca di evidenziare anche quei fattori di contaminazione che allontanano l’attività sportiva dalla sua vocazione a “servizio della crescita e della realizzazione integrale della persona”.
Quando, al contrario, lo sport diventa un fine in sé e la persona uno strumento al servizio di altri interessi, ad esempio il prestigio e il profitto, allora compaiono disordini che inquinano lo sport. Penso al doping, alla disonestà, alla mancanza di rispetto per sé e per gli avversari, alla corruzione.
Generazioni a confronto
Un ultimo pensiero il Pontefice lo rivolge alle “nuove specialità” che si diffondono fra le nuove generazioni e che, “come tutte le novità, possono suscitare resistenze e rappresentare una sfida per le discipline più tradizionali”. “Anche per voi – dichiara – vale l’impegno che la Chiesa ha assunto di volere ascoltare i giovani, di prendere a cuore le loro attese, i loro modi di esprimere il desiderio di vivere e di realizzarsi”.
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