Fratello tra fratelli. Il Papa nel carcere di Velletri per la lavanda dei piedi
Davide Dionisi - Città del Vaticano
L’atmosfera è quella delle grandi feste. Tutto è pronto per accogliere Papa Francesco che ha scelto di rivivere il gesto di Gesù di lavare i piedi ai suoi discepoli con i detenuti della Casa Circondariale di Velletri.
Nella cittadina dei Castelli Romani il Pontefice arriverà alle 16.30 e sarà accolto dalla direttrice, Maria Donata Iannantuono, dalla vicedirettrice, Pia Palmeri, dal comandante della polizia penitenziaria, Maria Luisa Abbossida e dal cappellano, don Franco Diamante.
A Velletri sarà la quinta volta che Francesco celebrerà la Messa in Coena Domini in un carcere. Lo aveva già fatto a Casal del Marmo a Rebibbia, a Paliano e a Regina Coeli.
La struttura che troverà il Santo Padre attualmente ospita 577 persone, 50 delle quali nella reclusione. E’ un istituto di media sicurezza con due sezioni precauzionali, una di ex collaboratori di giustizia (l’unica in Italia) e una di salute mentale. Il 60 per cento della popolazione carceraria è straniera.
“Ci siamo preparati per rendere il più accogliente possibile un ambiente che abitualmente non lo è” ha detto il vescovo di Velletri-Segni, Mons. Vincenzo Apicella. “Il carcere oggi si basa sulla esasperata contrapposizione tra l’interno e l’esterno per questo ci appare una istituzione da guardare con diffidenza e paura” ha aggiunto. Il presule ha spiegato inoltre che le mura degli istituti di pena, oltre alla divisione materiale dal resto del mondo, sono anche il segno della rimozione che la società fa del mondo dei detenuti.
I problemi del carcere in gran parte possono essere risolti nella e dalla società. A partire dalla costruzione di un solido ponte con il territorio. Ne è convinta la direttrice, Maria Donata Iannantuono, da 26 anni nell’Amministrazione.
I Volontari del carcere di Velletri praticano l’assistenza come attività di cittadini inseriti pienamente nella società e sensibili ai vincoli di solidarietà che legano gli uomini tra di loro.
Accompagnando questa vocazione spontanea con una adeguata formazione, riescono a sostenere ed aiutare tante persone, dentro e fuori dal carcere, che, altrimenti, verrebbero trascurate, se non addirittura abbandonate. “Di fronte allo stato di emarginazione in cui molti reclusi si trovano cerchiamo di favorire collegamenti con l'esterno sottolineando con il servizio quotidiano il valore della sofferenza e aprendo il cuore di chi è dentro e dei familiari alla speranza nel reinserimento” ha sottolineato Anna Maria Benincasa, volontaria di Vol.a.re. che, insieme a Sara Bianchini, parteciperà oggi pomeriggio alla messa in rappresentanza della sua associazione.
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