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Papa: a Pentecoste, pronti ad accogliere effusione Spirito Santo

All’udienza generale Francesco ricorda che domenica prossima si celebra la Pentecoste, per rivivere la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli. Sabato la diocesi di Roma si ritrova in Piazza San Pietro per la Messa Vespertina del Papa nella vigilia di Pentecoste. Dopo la veglia, il pellegrinaggio dei fedeli al Divino Amore. Intervista con padre Giuseppe Midili

Giada Aquilino - Città del Vaticano

“Il Signore vi trovi tutti pronti ad accogliere l’abbondante effusione dello Spirito Santo”. Questo l’auspicio del Papa ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, per l’odierna udienza generale, in vista della solennità della Pentecoste che si celebra domenica prossima, per ricordare la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo a Gerusalemme. La “grazia” dei doni dello Spirito, prega Francesco, infonda “nuova vitalità alla fede”, rinvigorisca la “speranza” e dia “forza operativa” alla carità.

La Messa Vespertina del Papa

Questo sabato, alle ore 18, sul sagrato della Basilica Vaticana il Pontefice celebrerà la Santa Messa Vespertina nella vigilia di Pentecoste. Ne dà notizia l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche. Per la celebrazione, tutti i fedeli della diocesi di Roma si ritroveranno in Piazza San Pietro. “Celebreremo l’Eucaristia della veglia di Pentecoste col Papa”, ha annunciato il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, in una lettera a parroci, diaconi, religiosi, religiose, responsabili di movimenti e aggregazioni laicali della diocesi, resa nota dal Vicariato. “Un importante momento di comunione e di spiritualità”, ha sottolineato il cardinale vicario spiegando che la celebrazione “si prolungherà, al termine della Messa, riaccompagnando processionalmente l’icona della Madonna del Divino Amore a piazza di Porta Capena. Coloro che lo desiderano potranno, poi, vivere anche l’esperienza del pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore”.

Gesti concreti e scelte pastorali

L’appuntamento di sabato, ha aggiunto il porporato, si presenta come un’altra “tappa” nel cammino pastorale della diocesi, di fatto avviato dal Santo Padre lo scorso 9 maggio con l’assemblea diocesana nella basilica di San Giovanni in Laterano: “Dobbiamo tradurre l’orientamento datoci dal nostro vescovo - ha ribadito il cardinale De Donatis - in gesti concreti e in scelte pastorali che ci aiutino a percorrere un’altra tappa del nostro cammino, che inizia fin da ora e proseguirà lungo tutto il prossimo anno pastorale”.

L’esperienza della diocesi di Roma

Soffermandosi sulla riflessione del Papa all’udienza generale, anche padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, richiama la rinnovata effusione dello Spirito a Pentecoste.

L'intervista a padre Midili

R. - Il Santo Padre ci ricorda il contesto nel quale Gesù dona lo Spirito Santo ai suoi discepoli. Gesù incontra i suoi che sono chiusi per paura nel cenacolo e dice: “Ricevete il dono dello Spirito”. Il dono dello Spirito inviato su ciascuno implica allora l’accoglienza: noi siamo chiamati a diventare costantemente dei contenitori pronti ad accogliere il dono di grazia.

Il dono dello Spirito agli Apostoli e anche a Maria…

R. - Maria è colei che, ci dice l’evangelista Luca, è riempita di Spirito Santo, è bellissima questa immagine. È la prima che, nell’esperienza del progetto di salvezza, accoglie il dono dello Spirito.

Sabato la Messa Vespertina del Papa in Piazza San Pietro, con tutti i fedeli della diocesi. Che appuntamento è?

R. - E’ il punto culminante di un percorso di riflessione della diocesi di Roma che in questi anni si è interrogata su quelle che abbiamo definito le “malattie spirituali”, quelle che sono un po’ le forme attraverso le quali ci allontaniamo dal cammino della fede. E poi una memoria di quella che è l’opera della grazia nel contesto della diocesi. Quindi la veglia di Pentecoste rappresenta un po’, da una parte, la presa di coscienza che lo Spirito Santo ha agito e agisce nella Chiesa di Roma e, dall’altra, la consapevolezza che siamo costantemente chiamati ad agire secondo il dono dello Spirito.

Lei citava le “malattie spirituali” della diocesi di Roma: quali sono?

R. - Il desiderio talvolta di una pastorale che è molto progettuale, quindi che perde in qualche modo la consapevolezza di essere azione della grazia; un’autoreferenzialità; talvolta un’incapacità di leggere l’autentico grido della città, senza cogliere le reali esigenze di una città grande come Roma e senza mettersi in ascolto di quelli che possono essere i grandi talenti che il popolo di Dio ha, che ha ricevuto e che deve mettere a frutto.

Quali sono le emergenze più importanti della diocesi in questo momento, ma anche gli aspetti positivi di cui bisogna approfittare?

R. - Vediamo che tutte le iniziative di carità che proponiamo ricevono una risposta. Si percepisce una sensibilità nei confronti dei più poveri, nei confronti dei più deboli. Questo si vede a livello dei movimenti ecclesiali, si vede nelle parrocchie ma si vede poi anche nelle singole persone. Di contro si percepisce il disagio del lavoro, si percepiscono tensioni all’interno dei quartieri. Ma in tutto questo si vede che la proposta della diocesi comunque trova un terreno fertile, cioè le persone hanno accolto la proposta pastorale della diocesi e hanno risposto.

La risposta è anche nella veglia di sabato col Papa. Un appuntamento che non terminerà con la Messa ma andrà oltre…

R.  - La Messa è il momento culminante. La grazia che dall’Eucaristia arriva sulla Chiesa merita di essere contemplata, quindi noi contempliamo ciò che Dio fa, contempliamo l’opera dello Spirito e poi da lì ci muoveremo in pellegrinaggio verso il Santuario del Divino Amore. Quindi dando provo del legame con Maria.

Il tutto sarà illuminato dalle torce che simboleggiano i sette doni?

R. - Il percorso della veglia è caratterizzato dalla luce dello Spirito e poi, a ogni torcia, è collegato un dono e ci sarà un gruppo di persone che accenderà ogni torcia proprio per simboleggiare il fatto che il carisma dello Spirito tocca la vita di ogni realtà umana.

Il riferimento è ai sette doni, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio…

R.  - Sì, la veglia di Pentecoste diventa il momento in cui ciascuno di noi contempla i doni che ha ricevuto nel Battesimo e poi che ha confermato con la Cresima, perché è crescendo che ne abbiamo preso consapevolezza.

Dando appuntamento a sabato, chi si ritroverà in Piazza? Le parrocchie, i fedeli, le realtà ecclesiali, i movimenti?

R. - Sì, i partecipanti sono in modo privilegiato i membri delle parrocchie ma ci sono tantissimi membri dei movimenti ecclesiali, delle associazioni dei fedeli, abbiamo anche avuto la richiesta di pellegrini che si trovano di passaggio a Roma e che vogliono pregare con la Chiesa di Roma in una solennità centrale per l’anno liturgico come quella di Pentecoste. Abbiamo distribuito più di 35 mila biglietti.

(Ultimo aggiornamento: mercoledì 5 giugno 2019, ore 13:19)

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05 giugno 2019, 10:28