De Palo: Francesco conosce il cuore delle famiglie
Michele Raviart - Città del Vaticano
“Preghiamo per le famiglie, perché cresca nelle famiglie lo Spirito del Signore, lo spirito di amore, di rispetto, di libertà”. Con queste parole pronunciate nella celebrazione mattutina a Santa Marta, e riprese in tweet dell’account @Pontifex, Francesco ha ricordato la famiglia nella Giornata mondiale loro dedicata dalle Nazioni Unite.
Una vicinanza ribadita molte volta dal Papa in queste settimane, in cui le famiglie sono state il luogo dove gli effetti della pandemia da coronavirus sono stati particolarmente visibili. Gianluigi De Palo, presidente del Forum Nazionale della Associazioni Familiari, commenta a Vatican News questo messaggio rivolto da Francesco.
R. – Credo sia importante e cada alla perfezione in un momento in cui in Italia le famiglie di fatto sono state date per scontate. Ancora non è finita, ma una buona parte di questo momento difficile si sta superando proprio grazie alle famiglie perché nelle loro case hanno svolto un ruolo insostituibile. Le mamme, i papà sono stati psicologi, maestri, infermieri, tecnici del computer… Sono stati tutte queste cose e in più hanno dato un loro contributo lavorando, quindi riflettere sull'importanza della famiglia in questa giornata è un'occasione importante.
Di che sostegno c'è bisogno per le famiglie in questa fase di riavviamento dell'economia?
R. – C’è bisogno di un riconoscimento reale. C'è una parola assente in questo “decreto rilancio” che è la parola famiglia. Compare solamente otto volte vicino a espressioni come “medico di famiglia”, o “legami famigliari”. Non c'è proprio un riconoscimento della famiglia in quanto soggetto sociale. Questo è un grande problema perché la famiglia non è la somma di lavoratori che la compongono. La famiglia non è il luogo dove vengono a lavorare badanti, colf o baby-sitter. La famiglia è la prima impresa del Paese, dove c’è il welfare di prossimità maggiore, dove c'è l'ammortizzatore sociale che fa risparmiare più di tutti. La prima causa di povertà in Italia è la perdita del lavoro e la seconda è la nascita di un figlio. Ecco in questo momento molte famiglie stanno vivendo queste due cose insieme, soprattutto le partite IVA non hanno la possibilità di andare a lavorare e dall'altra parte la presenza di un figlio in casa o di una famiglia con più figli genera povertà perché chiaramente ci sono più bocche da sfamare. Ecco la difficoltà che stanno vivendo le famiglie comunque mantenendo la calma e rispettose delle istituzioni come è giusto che sia, non sono da sottovalutare.
Ne ha parlato questa mattina il papa a Santa Marta, ma già nelle scorse settimane è stato costante il l'appello alle famiglie e al loro contributo in questa fase. Che cosa significa per le famiglie avere la vicinanza del Papa.
R. – Il Papa dimostra di conoscere veramente tante piccole situazioni quotidiane che spesso non solo la politica, ma anche il mondo delle istituzioni più in generale non comprende. Quindi questa vicinanza non fa che piacere proprio perché il Papa mostra di conoscere il cuore delle famiglie e sa benissimo che anche una parola di conforto, anche un ringraziamento può essere tanto. Non è solo una questione economica, è una questione di riconoscimento, una questione di sentire che non si sta “girando a vuoto” ma che quello che stai facendo porta frutto.
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