Non lasciare soli gli anziani. Le parole di Francesco al parroco di Corviale
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“Quando il Papa era venuto in visita pastorale nella nostra parrocchia, gli avevo raccontato che facevamo delle trasmissioni via streaming per essere vicini a tutti e gli avevo chiesto una benedizione. Ma mai mi sarei aspettato una sua telefonata nell’ultima puntata prima delle vacanze estive, come è accaduto ieri sera!” È ancora incredulo di ciò che è accaduto, don Roberto Cassano, parroco di San Paolo della Croce, la parrocchia nel cuore del Corviale a Roma. Un quartiere difficile, caratterizzato dal cosiddetto “Serpentone”, un agglomerato di palazzi grigi e malridotti, dove convive un’umanità varia, fatta di anziani soli, migranti, famiglie con problematiche sociali, fino ad una parte di appartamenti occupati abusivamente da chi non ha una casa. E ieri sera è voluta arrivare proprio a loro la carezza di Papa Francesco attraverso una telefonata fatta al parroco.
Un padre che non ha dimenticato i suoi figli
“Dovevamo andare in onda con la puntata di chiusura di una trasmissione che insieme agli altri due sacerdoti della nostra parrocchia abbiamo intitolato “Attenti a quei tre”, ma non funzionava nulla. Non partiva la diretta, sembrava tutto bloccato. Ad un certo punto è suonato il mio telefono, e ho risposto. Ho riconosciuto subito la voce del Papa!” A quel punto don Roberto ha cercato di far ascoltare quella telefonata a tutti i parrocchiani collegati. “E’ stato emozionante per tutti noi - continua - sapere che il Santo Padre si ricorda ancora della visita che ci ha fatto, che prega per noi, che non ha dimenticato Emanuele, quel bambino che aveva perso il papà da poco, e che tra le lacrime gli aveva chiesto se il genitore fosse in Cielo anche se non era credente e che lui ha abbracciato e consolato, e quindi non è visto come una persona lontana, ma come un padre che è venuto davvero per stare vicino alla gente in difficoltà”.
L’impegno di pregare per il Papa
E il Papa nella telefonata ha infatti chiesto di non lasciare soli soprattutto i più deboli come gli anziani “La nostra è una realtà molto particolare – spiega don Roberto – con molte problematiche. Noi come parrocchia cerchiamo di essere vicini più che possiamo agli anziani soli. Durante il lockdown telefonavamo loro spesso, per capire come stavano e se avevano bisogno di qualcosa. Abbiamo cercato di non far mancare mai il Sacramento dell’Eucarestia a chi ce lo ha chiesto. Attraverso i social abbiamo trasmesso la Messa e con le nostre trasmissioni cercavamo di tenere compagnia alle persone”. E una cosa che ha colpito molto don Roberto in questa telefonata è stata la richiesta del Papa di pregare per lui. “Ce lo ha chiesto più volte – conclude il parroco – per questo abbiamo deciso insieme agli altri sacerdoti di invitare tutti i nostri parrocchiani ad impegnarsi ogni giorno a fare una preghiera al Signore per il nostro amato Papa, perché lo sostenga nelle difficoltà e lo custodisca”.
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