Gli aiuti del Papa alla Chiesa del Libano
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Attraverso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Francesco fa sentire tutta la sua prossimità concreta alla popolazione libanese così duramente provata dal disastro generato dalla duplice deflagrazione di martedì scorso. Un "segno della premura e della paterna vicinanza con quanti - spiega una nota del Dicastero - si trovano nel dolore e nelle difficoltà più stringenti". Finora il bilancio aggiornato parla di oltre 150 morti, circa 5000 feriti e 300mila sfollati, di cui, secondo l'Unicef, almeno 80mila bambini.
Già mercoledì scorso all'udienza generale, il pontefice aveva chiesto l'impegno di tutte le componenti sociali, politiche e religiose del Paese e della comunità internazionale, per superare "la grave crisi" in corso.
Ora dunque arriva anche una prima donazione: la cifra è di 250.000 euro ed è stata trasmessa tramite la Nunziatura Apostolica in Beirut. Obiettivo sono, indica la Nota, i soccorsi "alle persone colpite dalla terribile esplosione, che ha provocato svariati morti e centinaia di migliaia di feriti e di sfollati, distruggendo al contempo edifici, chiese, monasteri, strutture civili e sanitarie".
Le strutture cattoliche, ricorda il Dicastero dello Sviluppo Umano integrale, hanno risposto immediatamente a fronte delle "urgenti necessità" attivando i propri "centri di accoglienza per gli sfollati, unitamente all’azione di Caritas Libano, Caritas Internationalis e varie Caritas sorelle". Il Dicastero si unisce così con la Chiesa universale all'invito del Papa di mercoledì scorso perchè con un abbraccio il Libano possa affrontare questo momento così tragico e doloroso.
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