Krajewski porta l'abbraccio del Papa alla Messa in suffragio di don Roberto
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
In una cattedrale di Como gremita, pur nel rispetto delle norme di sicurezza, la Chiesa lombarda con i suoi pastori giunti da Bergamo, Crema, Cremona, Lodi e Milano si è raccolta per il saluto a don Roberto. Malegesini, ucciso martedì scorso poco distante dalla chiesa di San Rocco a Como da un senza fissa dimora con problemi psichici. Un "momento di grande dolore ma anche di consolazione", ha detto ai presenti, in apertura della Messa, il vescovo della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, che già ieri, in forma privata, aveva presieduto i funerali di don Roberto nella sua terra di origine, Regoledo di Cosio in Valtellina.
Un "sacerdote che ha lavorato generosamente per la diffusione del Vangelo" e che sta nel cuore del Papa. Monsignor Cantoni lo ricorda subito, lasciando la parola all'Elemosiniere di Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, che ha presieduto la celebrazione, in segno, ha detto il vescovo, della "cordiale e paterna vicinanza" di Francesco. "Vi porto un saluto e un abbraccio fraterno da parte del Santo Padre. Lui sta con noi. Si unisce a noi nella preghiera" e alla famiglia di don Roberto nel dolore che sta vivendo. Le parole del cardinale ricordano la premura con cui il Papa, all'indomani dell'uccisione del sacerdote lombardo per mano di uno squilibrato che lui stesso aiutava, lo aveva ricordato mercoledì scorso in udienza generale, come martire e testimone della carità verso i più poveri, invitando a pregare per tutti coloro che "lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società".
I poveri erano gli amici di don Roberto
Il Papa - ha detto il cardinale al termine della celebrazione - si "unisce ai fedeli della sua Parrocchia, ai fratelli bisognosi che ha servito con tutto il cuore fino all’ultima mattina, e a tutta la comunità comasca. Don Roberto è morto, quindi vive. L’amore non muore mai, neppure con la morte." Non si può essere cristiani fino in fondo, ha proseguito l'Elemosiniere pontificio, senza nutrire quell'amore che porta a dare la vita per il fratello e don Roberto, ha aggiunto, ha fatto sua la preghiera di Gesù: "Padre nostro, sia la tua volontà non la mia, sia santificato il tuo nome, non il mio, venga il tuo regno, non il mio”. Ed è quanto - ha concluso - sono chiamati a vivere tutti sacerdoti - che devono "vivere il puro Vangelo" ovunque siano - e ai quali il cardinale Krajewski consegna la preghiera del cardinale Newman, che santa Teresa di Calcutta affidava alla sue sorelle in missione con i poveri che rappresentano Gesù stesso, affinchè fossero solo strumento e riflesso luminoso di Gesù nel mondo:
Caro Gesù,
aiutami a diffondere la Tua fragranza ovunque vada,
inonda la mia anima con il Tuo Spirito e la Tua Vita.
Penetra e possiedi tutto il mio essere,
così completamente che la mia vita
non sia che un riflesso luminoso della Tua.
Risplendi attraverso di me, e sii così presente in me,
che ogni anima con cui vengo a contatto sperimenti
la Tua presenza nella mia anima.
Che alzino gli occhi e vedano non più me,
ma Gesù soltanto!
Rimani con me, e allora comincerò a risplendere
come Tu risplendi;
risplendere in modo da essere luce per gli altri.
La luce, o Gesù, proverrà tutta da Te;
niente di essa sarà mia.
Sarai Tu a risplendere sugli altri attraverso di me.
Fa’ che, così, io ti lodi nel modo che più ami:
risplendendo di luce su coloro che sono attorno a me.
Fa’ che ti annunci senza predicare,
non a parole, ma con l’esempio,
con una forza che trascina,
con l’influenza benevola di ciò che faccio,
con la pienezza tangibile dell’amore
che il mio cuore porta per Te. Amen.
Il rosario dono del Papa
Da parte del Papa il cardinale Krajewski ha infine annunciato la consegna di coroncine del Rosario portate per i volontari e per i bisognosi di don Roberto e anche per " il ragazzo sfortunato che è in carcere". Una del tutto particolare - ha precisato - "di perla", è destinata invece ai genitori di don Roberto, anziani e quindi assenti dalla celebrazione. Sarà lui stesso a consegnarla "baciando le loro mani" a nome del Santo Padre.
"Martire della carità e della misericordia, un sacerdote dal sorriso coinvolgente che stupiva e affascinava". Un ritratto appassionato di don Roberto Malgesini, è stato invece quello tracciato nell'omelia, dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni.
Il suo segreto, ha detto il presule, il segreto della sua gioia, era la "presenza in lui di Dio". Quindi il ricordo dell'opera quotidiana del sacerdote ucciso al fianco degli ultimi - i carcerati, i profughi, le vittime della tratta i senza tetto, molti dei quali sono oggi presenti nella cattedrale - e il testimone passato a molti giovani volontari che, come lui, da oggi, andranno al mattino per le strade a nutrire quella "cultura della misericordia" che don Roberto ha loro insegnato.
Le offerte raccolte durante la Santa Messa, all’uscita della Cattedrale e delle piazze , saranno destinate alla carità del Papa e ai poveri della diocesi.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui