Haiti, il Papa condanna l'omicidio del presidente: "Efferato assassinio"
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Un "assassinio efferato". Con queste parole il Papa deplora l'omicidio del presidente Jovenel Moise, avvenuto nell’abitazione privata di Porte au Prince, nella notte tra il 6 e il 7 luglio. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, inviato al nunzio apostolico Francisco Escalante Molina, Francesco "condanna ogni forma di violenza come mezzo per risolvere crisi e conflitti".
Preghiere per la first lady gravemente ferita
Nel messaggio, il Pontefice - ricoverato al Policlinico Gemelli dopo l'intervento di stenosi diverticolare - "porge le sue condoglianze al popolo haitiano" e alla moglie, Martine Moise, gravemente ferita nell'agguato. Notizie confuse dichiaravano ieri la donna morta, ore dopo il marito, a seguito dei colpi di arma da fuoco ricevuti nell'assalto. La notizia è stata presto smentita; l’ambasciatore haitiano della Repubblica dominicana ha detto che Martine Moise è stata trasferita in aereo da Port au Prince a Miami, in Florida, dove si trova ora ricoverata nel Jackson Memorial Hospital. Il Papa "raccomanda a Dio" la vita della first lady e - si legge ancora nel telegramma - prega "il Padre di Misericordia per il riposo dell'anima del defunto".
L'augurio di un futuro di armonia al Paese
Papa Francesco esprime "la sua tristezza" per questo fatto di sangue, ultimo tragico capitolo di una storia - quella di Haiti - fatta di violenze, invasioni, colpi di Stato, repressione e disordini che hanno provocato una instabilità sociale, politica ed economica, aggravata dal catastrofico terremoto del 2010. Papa Francesco "augura al caro popolo haitiano un futuro di armonia fraterna, di solidarietà e di prosperità": "Come segno di conforto - si legge a conclusione del messaggio - invoca l'abbondanza delle benedizioni divine su Haiti e su tutti i suoi abitanti".
Il pensiero per Haiti nell'Urbi et Orbi 2021
Parole, queste, che ricordano quelle pronunciate nell'Urbi et Orbi del 4 aprile scorso, durante la quale Francesco - ricordando l'invito alla speranza di Giovanni Paolo II nel suo viaggio ad Haiti del 1983 - aveva rivolto un "pensiero" e un "incoraggiamento" al caro popolo haitiano, "perché diceva non sia sopraffatto dalle difficoltà, ma guardi al futuro con fiducia e speranza". "Io - aggiungeva a braccio il Papa - direi che va specialmente il mio pensiero a voi, carissime sorelle e fratelli haitiani: vi sono vicino, sono vicino a voi e vorrei che i problemi si risolvessero definitivamente per voi. Prego per questo, cari fratelli e sorelle haitiani".
I vescovi: "Assassinio inammissibile e rivoltante"
Nel Paese, intanto, l'omicidio del presidente ha provocato uno shock collettivo. Sulla vicenda sono intervenuti anche i vescovi della Conferenza Episcopale haitiana, che, in una nota, deplorano l'assassinio come "inammissibile e rivoltante". “Questo triste evento segna una svolta sfortunata nella nostra storia come popolo, purtroppo dettata dalla scelta deliberata della violenza da parte di molti settori della popolazione come metodo di sopravvivenza e di risoluzione delle controversie”, affermano i vescovi. E rimarcano che: “La violenza può solo generare violenza e portare all’odio. Non aiuterà mai il nostro paese ad uscire da questa impasse politica”.
Nelle scorse ore, il capo della polizia di Haiti ha reso noto che quattro dei sospetti assassini sono stati uccisi dalle forze dell’ordine, altri due arrestati. Tre agenti tenuti in ostaggio sono stati, invece, liberati.
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